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Fisco umano? No, per Repubblica "lo Stato si arrende": delirio da 600 miliardi contro Meloni

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"Fisco, lo Stato si arrende": questo il titolo in prima pagina dell'edizione di Repubblica di oggi, mercoledì 13 marzo. Il riferimento è al Decreto legislativo che attua la delega fiscale in materia di riscossione. Il decreto, approvato ieri in Consiglio dei ministri, prevede che dall’anno prossimo si potranno pagare i debiti con il fisco in 84 tranche (sette anni) che diventano 120 (10 anni) per chi dimostra di avere problemi economici. Inoltre, le cartelle inesigibili non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente. La mossa dell'esecutivo, insomma, va in direzione di un "fisco amico", che è poi uno dei punti principali del programma annunciato dal centrodestra prima di andare al governo.

Tutto questo, però, sembra non andare giù al quotidiano diretto da Maurizio Molinari, che sembra dover trovare nuovi motivi per attaccare il governo di Giorgia Meloni dopo la batosta in Abruzzo. Alle regionali di domenica 10 marzo, infatti, nonostante i titanici sforzi del cosiddetto campo largo, il candidato del centrosinistra, l'economista Luciano D'Amico, non è riuscito a spuntarla col governatore uscente nonché candidato di Fratelli d'Italia Marco Marsilio. 

 

 

 

"La decisione sulla cancellazione dei debiti vale 600 miliardi tra multe, contributi e tasse che non saranno riscossi", scrive ancora Repubblica. Che poi cerca di rafforzare la sua tesi antigovernativa con una serie di commenti, a partire da quello di Corrado Augias intitolato "Quando il governo chiude un occhio". Veleno su veleno. Mentre dall'esecutivo hanno spiegato chiaramente cosa si intende fare con questa riforma. L'obiettivo, infatti, come annunciato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, è quello di rendere più veloce ed efficiente il sistema della riscossione. 

 

 

 

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