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La classifica della ricchezza: ecco dov'è l'Italia (e attenzione a Francia e Germania)

Attilio Barbieri
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Per decenni gli italiani sono stati in cima alla classifica mondiale della ricchezza pro capite. Purtroppo non è più così. Nel giro di dodici anni, per la precisione dal 2011 al 2022, siamo stati superati clamorosamente da francesi e tedeschi. E ora siamo ultimi quanto a ricchezza pro capire fra i grandi Paesi. Il poco invidiabile fenomeno è stato al centro della convention annuale di Banca Mediolanum, intitolata “Domani”, che si è svolta a Torino, alla Inalpi Arena, a due passi dal Filadelfia, lo storico stadio granata. Il palazzetto dello sport era letteralmente gremito dai 4mila family banker Mediolanum, i professionisti del risparmio e degli investimenti che rappresentano la colonna portante della creatura di Ennio Doris.

È stato Stefano Volpato, direttore commerciale di Mediolanum a lanciare la provocazione: «In dodici anni abbiamo perso il primato in Europa della ricchezza pro capite. Il motivo? La scarsa efficienza dei risparmi accantonati dalle famiglie italiane. Mentre americani, tedeschi e francesi facevano rendere i loro risparmi, gli italiani li lasciavano su strumenti poco efficienti. Soprattutto in liquidità, mentre negli altri grandi Paesi si è privilegiato l’investimento nell’economia reale, vale a dire quello azionario». E se fino al 2020 potevamo ancora giocarcela, ci ha pensato l’inflazione, balzare nel 2022 oltre l’11%, a farci scoprire meno ricchi. O più poveri, dipende dal punto di partenza. Naturalmente non si tratta di colpevolizzare nessuno. «Dobbiamo prendere per mano gli italiani», ha spiegato Volpato, «e accompagnarli a compiere le loro scelte d’investimento che siano oltretutto calibrate sulle attese di ciascuna persona nell’arco del tempo».

Non si tratta di rischiare. Anzi, è proprio il contrario, come ha spiegato uno degli ospiti d’eccezione dell’evento di Torino, l’americano Ben Carlson, blogger di successo e grande divulgatore di temi finanziari e di tecniche di investimento. Bob, il protagonista di uno dei libri di maggior successo di Carlson, fa quattro investimenti azionari, ma sbaglia tutti i tempi d’ acquisto. Investe in azioni dai primi anni Ottanta, quando i mercati sono ai massimi, alla vigilia del crollo in Borsa e ripete lo stesso errore con la crisi delle web company e poi con il disastro innescato dal fallimento di Lehman Brothers. 

 

 


Ma nonostante questo, avendo lasciato i soldi investiti, Bob oggi è diventato milionario. E il segreto per chi salta il fosso, decidendo di far rendere in modo efficiente i propri risparmi è proprio questo. Investire per guadagnare nel lungo periodo. La sfida, è sempre Volpato a raccontarla, è affiancare i risparmiatori nel prendere coscienza e affrontare i «rinoceronti grigi» che cerchiamo di ignorare, come li definisce Michele Wucker nell’omonimo libro: denatalità, mancata pianificazione previdenziale, invecchiamento della popolazione con i sistemi sanitari in crisi. «Mio padre Ennio ha sempre voluto che i family banker fossero i medici del risparmio», ha spiegato il figlio del fondatore di Banca Mediolanum, Massimo Doris, attuale amministratore delegato del gruppo, «e che si prendessero cura in modo complessivo dei clienti, potendo disporre di tutte le soluzioni: bancarie, assicurative, previdenziali, finanziarie e creditizie. E oggia ggiungiamo uno strumento di lavoro che rende questa cura ancora più integrata, trasversale e tempestiva nel far fronte alle nuove sfide». Si tratta di una piattaforma denominata Life Planning dedicata proprio all’analisi e alla pianificazione del futuro dei risparmiatori. Nel corso della convention Mediolanum sono stati annunciati due nuovi fondi obbligazionari dedicati agli investimenti sostenibili e il nuovo mutuo a tasso fisso del 2,60% per i primi tre anni, dopo di che diventerà interamente variabile. Con il vantaggio però di tagliare il picco attuale.

 

 

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