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Smart working, tutto finito: si torna alla legge pre Covid, cosa cambia da oggi

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Da oggi primo aprile lo smart working torna a essere regolato per tutti dalla normativa ordinaria prevista nella legge n. 81/2017. Con il ritorno alla normativa pre Covid gran parte delle semplificazioni che erano ancora previste per genitori con figli under 14 e lavoratori fragili verranno meno: l’imprenditore che decide di utilizzare il lavoro agile dovrà firmare con ogni dipendente un accordo individuale.

Insomma, bocciato l'emendamento al decreto milleproroghe per estendere ulteriormente la scadenza, lo smart working non rientrerà più così nel concetto di "diritto" per il lavoratore, ma in quello di "modalità di esecuzione della prestazione". 

"Dopo i picchi della pandemia e una graduale riduzione negli ultimi due anni, nel 2023 i lavoratori da remoto nel nostro Paese si assestano a 3,585 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma ben il 541% in più rispetto al pre-Covid", si legge in un articolo di Repubblica. 

 

Per quanto riguarda i dipendenti della Pubblica Amministrazione "l’organizzazione del lavoro da remoto è demandata ai dirigenti, attraverso i Piao, i piani organizzativi. Per i fragili, una recente direttiva del ministro Paolo Zangrillo consente il superamento del criterio della prevalenza del lavoro in presenza per i fragili". Per quanto riguarda il settore privato, ora "l'unica via per chi non può lavorare in ufficio per motivi di salute rimane quello dell’accordo individuale con la propria azienda".

Secondo Daniele Bacchi, ceo di Reverse, azienda specializzata nel settore dell’headhunting, la discussione sulla trasformazione dello smart working in Italia, con il passaggio da un diritto a una modalità operativa che necessita di un accordo individuale, porta alla luce diverse sfaccettature del lavoro agile e del suo impatto sul tessuto lavorativo italiano. Secondo l’esperto, "certamente lo smart working offre flessibilità e può migliorare la qualità della vita dei lavoratori; è però fondamentale non sottovalutare l’importanza dell’interazione diretta e dell’esperienza in presenza, soprattutto per chi è all’inizio della propria carriera".

 

"L’apprendimento informale che si verifica vivendo quotidianamente l’ambiente lavorativo e interagendo faccia a faccia con i colleghi", spiega all'Adnkronos, "rappresenta un’opportunità di crescita insostituibile, che va oltre i contenuti di qualsiasi meeting programmato. Smart working sì, ma è bene non isolarsi e valutare attentamente l’impatto della formazione sul campo, e del reinserimento di figure genitoriali".

 

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