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Casa, impossibile vendere e affitti alle stelle: perché serve il piano-Salvini

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Anche ieri Matteo Salvini è stato costretto a ribadire l’ovvio. Altro che condono. Per il palazzo o le ville abusive in spiaggia o lungo il fiume o in zona protetta «c’è la ruspa», ha detto, rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia.

Le norme allo studio, ha invece spiegato il ministro intervenendo all'iniziativa “Valore Italia: scuola, lavoro, sviluppo” a Bari, «riguardano solo difformità interne di un appartamento, del bilocale, del trilocale e sono pensate per semplificare la vita degli italiani: stiamo parlando di 20 cm di antibagno, della finestra che non coincide col disegno del geometra del 1978, della stanzetta fatta per il bambino o peri nonni trenta anni fa, dell’anticamera, della veranda».

 

 

«Dobbiamo abbattere la cameretta o il secondo bagno fatto per la nonna?», ha proseguito Salvini, «Possiamo invece regolarizzare quello che è sospeso e restituire il possesso dei propri beni a milioni di italiani, che hanno problemi burocratici con la propria casa, magari neppure per responsabilità propria ma per questioni ereditate dal genitore o dal precedente proprietario». Solo nel comune di Roma, ha detto, giacciono 170mila pratiche edilizie, alcune delle quali risalenti a 40 anni fa. (...)

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