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Def, Giorgetti: "Superbonus? Impatto devastante. Decontribuzione anche nel 2025"

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"Quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025, è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre": a dirlo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio dei ministri. Cdm che ha dato il via libera al Def. Con queste parole, quindi, il ministro ha auspicato anche per l'anno prossimo un taglio dei contributi finalizzato a pesare sempre meno sulle tasche dei lavoratori. In generale, comunque, sull'economia italiana ha detto: "Gli elementi di preoccupazione rimangono. Si è dimostrata più resiliente di altre in Europa. Ci sono segnali che la locomotiva tedesca ha ricominciato a ingranare. Bisogna essere ottimisti, il quadro generale induce a prudenza e realismo".

Il titolare del dicastero ha spiegato anche che "continua ad andare bene l'occupazione, prevediamo un tasso di disoccupazione in costante diminuzione nei prossimi 3 anni". Positivo, poi, pure sul tema dell'inflazione: "L'auspicio è che ci sia un inizio di una riduzione dei tassi di interesse praticati dalla banche centrali e poi di mercato in relazione al fatto che l'inflazione, almeno per quello che riguarda il nostro Paese, è sotto controllo nell'ambito dei target tipici della politica monetaria della Bce". 

Giorgetti è tornato, inoltre, sul delicato capitolo del superbonus: "L'andamento del debito è ampiamente condizionato dal riflesso dei pagamenti per cassa dei crediti del superbonus che ha un impatto devastante". E ancora: "Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili". Non è la prima volta che il ministro si esprime in questi termini sulla misura tanto cara al Movimento 5 Stelle. Il suo giudizio al riguardo è sempre stato negativo per via delle conseguenze che il provvedimento ha creato sul debito del Paese.

Sulle stime di crescita, invece, il leghista in conferenza stampa ha ammesso che "le nostre previsioni sono riviste al ribasso rispetto alla Nadef". Poi ha precisato: "Le previsioni sono assai complicate da fare in un quadro internazionale geopolitico complicato". Infine, sulle polemiche relative alla mancanza di stime programmatiche nel Def ha spiegato: "La mancanza del programmatico è un fatto non nuovo, si è già verificato in 4 precedenti". 
 

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