CATEGORIE

Iran, la chiave di tutto è lo Stretto di Hormuz: un rischio mondiale

di Maurizio Stefanini lunedì 16 giugno 2025

3' di lettura

Hormuz è un’isola di appena 42 kmq e con 3000 abitanti. Non ha vegetazione autoctona e l’acqua potabile gli arriva dall’Iran continentale attraverso un acquedotto. Lo stretto che da essa prende il nome, con una caratteristica conformazione a gomito, è appena 60 km per 30 tra lo stesso Iran e la penisola Musandam, exclave dell'Oman nel territorio degli Emirati Arabi Uniti. Ma da questa strettoia bisogna passare per arrivare da quello che nel mondo è chiamato Golfo Persico e molti arabi definiscono Golfo Arabico, al Golfo di Oman, che porta nell’Oceano Indiano aperto.

Per un singolare capriccio della geologia, lungo le coste del Golfo Persico è estratto il 30% di tutto il petrolio mondiale, e c’è addirittura il 65% di tutte le riserve. E sempre sulle coste del Golfo Persico si affacciano il secondo, terzo, quarto e quinto produttori di gas del mondo. Tutta la costa nord del Golfo Persico appartiene all’Iran, mentre dall’altra parte si succedono Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Bahrein, Qatar e Oman, con un bel po’ di basi militari Usa. Oltre il possibile teatro di scontro, se Teheran per rappresaglia agli attacchi subiti chiude il budello, ferma il transito di almeno 20 milioni di barili al giorno. Con contraccolpi devastanti per l’economia mondiale.

Iran, il regime "è in crisi. Ora può crollare all'improvviso"

I risultati e la portata dell’operazione israeliana nel cuore di Teheran la scorsa notte restano ancora avvolti ne...

Secondo il Financial Times, appunto, Teheran «potrebbe anche ricorrere a una guerra asimmetrica» chiudendo o interrompendo lo Stretto, come ha minacciato di fare in passato in caso di attacco, interrompendo così la via d’acqua che separa l’Iran dagli Stati del Golfo. Dopo l'attacco israeliano all’Iran la prima conseguenza economica è stato il balzo del prezzo del greggio, con il Brent che è tornato sopra i 74 dollari al barile per chiudere al +7%.

Un’impennata che non si vedeva dal 2022, quando la Russia invase l’Ucraina. Secondo JP Morgan se l’Iran dovesse bloccare il passaggio, i prezzi potrebbero arrivare a 120 dollari al barile, ma secondo altri potrebbe toccare i 200. Di lì passano anche i cargo carichi di Gnl che dal Qatar vanno in Europa, in Asia e in particolare in Cina. Proprio Pechino, che è la seconda economia al mondo dopo gli Stati Uniti, è un grande acquirente di petrolio iraniano: circa 1,5 milioni di barili al giorno. Se tali forniture dovessero interrompersi, la Cina sarebbe costretta a rifornirsi altrove, a prezzi più alti con conseguenze a catena per l’inflazione globale.

Trump, "cosa succede se l'Iran attacca gli Usa"

L'operazione israeliana contro l'Iran dovrebbe durare "settimane, non giorni" e sta procedendo con la ...

Va però detto che malgrado le minacce il passaggio non è mai stato chiuso, benché sulle sue rive si siano combattute guerre devastanti. In particolare, quella tra Iran e Iraq, e quella del Kuwait. A un certo punto, tra 1987 e 1988 l'Occidente mandò anche un po’ di navi da guerra per scortare le petroliere, dopo che i contendenti Iran e Iraq per uscire da un defatigante stallo che esauriva entrambi si misero ad attaccare anche il traffico marittimo neutrale, con battelli armati e mine. La Ue costituì allora un apposito nucleo di comando presso la sede del Consiglio Ueo a Londra, col compito di coordinare gli interventi navali europei e collaborare con gli Stati Uniti. Oltre a Regno Unito, Francia, Paesi Bassi e Belgio, con l'Operazione Golfo Uno mandò unità anche l'Italia, dopo che nella notte tra il 2 e il 3 settembre 1987 la motonave portacontainer italiana Jolly Rubino era stata attaccata dai Pasdaran al largo dell'isola di Farsi, col ferimento di alcuni membri dell'equipaggio. Le Fregate Grecale, Scirocco e Perseo, assistite dal rifornitore di squadra Vesuvio, dai cacciamine Milazzo Sapri e Vieste e dalla nave ausiliaria Anteo, furono poi avvicendate dalle fregate Lupo, Libeccio e Zeffiro e dal cacciamine Lerici; poi dalle fregate Aliseo Espero e Orsa e i cacciamine Loto e Castagno con il rifornitore Stromboli, cui si aggiunsero le fregate Euro e Sagittario.

Il dibattito sul Medio Oriente Otto e Mezzo, Montanari choc: "Netanyahu criminale. E noi..."

Otto e mezzo Otto e Mezzo, Caracciolo: "Ecco perché Israele ha colpito la tv di Stato iraniana"

Medio Oriente in fiamme Iran e Israele, la guerra in diretta. Natanyahu: "Non escludo l'uccisione di Khamenei"

tag
hormuz
israele
iran
petrolio

Ti potrebbero interessare

Otto e Mezzo, Montanari choc: "Netanyahu criminale. E noi..."

Otto e Mezzo, Caracciolo: "Ecco perché Israele ha colpito la tv di Stato iraniana"

Iran e Israele, la guerra in diretta. Natanyahu: "Non escludo l'uccisione di Khamenei"

Pd, Elly Schlein ad Amsterdam e mezzo partito in piazza contro Israele

Attivo il bonus Giorgetti: pensioni, cambia tutto

Diventa operativo il cosiddetto bonus Giorgetti, ovvero l'incentivo per il posticipo del pensionamento attraverso il...

La riduzione delle tasse è una questione di libertà e democrazia

In questi giorni si è tornato a parlare di ceto medio. Dapprima è stato il Censis, in un rapporto dettagli...
Corrado Ocone

Se Cuccia fosse ancora tra noi...

La nascita e lo sviluppo di Mediobanca sono un pezzo fondamentale della storia economica e politica dell’Italia, l...
Mario Sechi

Mediobanca, assemblea rinviata a settembre. Il risiko bancario, cosa succede ora

Il Cda di Mediobanca si riunisce a sorpresa e delibera il rinvio al 25 settembre dell'Assemblea dei soci, convocata ...