Dazi al 30%, le conseguenze in Italia: chi viene più colpito

sabato 12 luglio 2025
Dazi al 30%, le conseguenze in Italia: chi viene più colpito
2' di lettura

I settori in cui l'Italia rischia le conseguenze più pesanti dopo l'annuncio di dazi al 30% da parte del presidente americano Donald Trump nei confronti dell'Ue, sono l'agroalimentare, il farmaceutico e quello della meccanica. Secondo le ultime stime Istat, a risentirne potrebbero essere circa 3.300 imprese. Mentre tra i prodotti a rischio ci sono soprattutto vino, olio, mobili, gioielli, farmaci, macchinari ad alta tecnologia e componentistica meccanica di precisione.

Il Centro Studi di Confindustria ha poi evidenziato i comparti che più di tutti gli altri dipendono dal mercato americano: le bevande (il 39% delle esportazioni fuori dall'Ue è diretto verso gli Usa); gli autoveicoli e i prodotti farmaceutici (il 30,7% dell'export extra-Ue). Mentre da un’analisi Svimez emerge che, anche con dazi del 20%, le esportazioni nei settori agroalimentare, chimico e farmaceutico potrebbero calare fino al 16,4%. Mostrerebbero una maggiore capacità di resistenza invece i settori della moda e dell’arredamento, con una contrazione di circa il 2,6%. In difficoltà andrebbe, poi, il settore vinicolo: secondo Coldiretti, le nuove tariffe comporterebbero costi aggiuntivi fino a 6 milioni di euro al giorno per le cantine italiane.

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Per quanto riguarda le singole regioni, i dazi avranno ripercussioni più pesanti in Liguria, Campania, Molise e Basilicata, che considerano gli Stati Uniti il principale mercato di sbocco per i loro prodotti. Anche se in termini assoluti sono Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana le regioni che registrano i maggiori volumi di export verso Washington. Secondo la Cgia di Mestre, comunque, sarebbero la Sardegna, il Molise e la Sicilia a pagare il prezzo più caro di queste nuove misure a causa di una maggiore dipendenza da pochi settori trainanti. L'Ufficio studi della Cgia, inoltre, ha stimato l'impatto economico dei dazi americani sulle esportazioni italiane attorno ai 35 miliardi euro all'anno.

A lanciare l'allarme anche Confartigianato, che ha messo in evidenza "il valore delle nostre vendite negli Usa: nei dodici mesi a fine aprile 2025 ammonta a 66,6 miliardi di euro. Di questi, ben 17,87 miliardi di euro provengono dalle piccole imprese. L'annuncio dei nuovi dazi arriva in un contesto già fragile: nel primo quadrimestre 2025, a fronte di una crescita complessiva dell'export verso gli Usa dell'8,2%, il comparto manifatturiero (escluso il farmaceutico) registra una contrazione del 2,6%. Le piccole imprese hanno retto grazie al buon andamento dell'alimentare (+9,3%) e della moda (+3,6%), ma risultano in flessione le esportazioni di occhialeria e gioielleria (-9,7%), prodotti in metallo (-6,8%) e mobili (-2%)".

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