Nel giorno in cui è arrivatala conferma dei dazi al 15% secondo il discusso accordo raggiunto in Scozia nei giorni scorsi tra il presidente Donald Trump e Ursula Von der Leyen, le Borse hanno subìto un calo scontato, aggravato da alcune notizie non del tutto positive sull’economia statunitense. In particolare da quelle relative ai dati sull’occupazione di luglio che si sono rivelati inferiori alle attese, con la creazione di nuovi posti di lavoro non agricoli che si è fermata 73mila unità contro le 104 mila che gli analisti avevano messo in conto, e soprattutto con una significativa revisione al ribasso del dato di giugno, passato da 147mila a 14mila.
La prima reazione è quella del presidente Usa , che ha licenziato la responsabile dell'Ufficio di Statistica del Lavoro degli Stati Uniti, Erika L. McEntarfer, noominata dall'ex presidente Joe Biden per ricoprire l'incarico nel 2023 e confermata dal Senato Usa l’anno successivo. "Abbiamo bisogno di dati precisi sull'occupazione. Ho dato ordine al mio team di licenziare immediatamente questa nominata da Biden. Sarà sostituita con qualcuno molto piu' competente e qualificato», ha dichiarato Trump in un post su Truth Social accusando la funzionaria di pubblicare dati falsi.
Ciò non ha impedito che in Italia il Ftse Mib segnasse una perdita di oltre il 2,5%, così come il Dax 30 in Germania, mentre il calo del Cac 40 francese è stato anche più grave arrivando a sfiorare il 3%. Con un -0,70% sono risultate più contenute le perdite del Ftse 100 britannico, mentre negli Stati Uniti il Dow Jones ha registrato perdite attorno al punto e mezzo percentuale e il Nasdaq attorno ai due punti.
Il cambio Euro/Dollaro si è invece attestato a quota 1,15. La reazione dei mercati azionari era comunque attesa, non tanto per una notizia arrivata non ieri ma domenica scorsa, quanto per il fatto che i mercati azionari da inizio anno, da quando Trump si è insediato, sono cresciuti in alcuni casi nemmeno di poco, e questo nonostante da marzo fino a metà aprile vi sia stato un crollo sempre dovuto all’annuncio delle nuove tariffe a tappeto da parte del presidente americano. Il Nasdaq da gennaio scorso ha guadagnato il 8,80%, dall’8 aprile quando ha toccato il minimo di quest’anno è salito addirittura del 21%. Il Dow Jones da inizio anno ha guadagnato quasi il 3%, dall’8 aprile l’8% circa. Il Dax da gennaio ha guadagnato addirittura il 17%, il Cac il 2,20, il Ftse100 il 10%.
L’indice di borsa italiano è passato dai 34mila punti di inizio anno ai 40mila di ieri, con un guadagno del 16%. Il trend secondo gli analisti rimane comunque positivo, anche se il calo di ieri, che ha mandato in fumo 269 miliardi, di cui 22 a Milano, potrebbe confermarsi anche nei prossimi giorni.
In attesa dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti il Wall Street Journal sottolinea come il raffreddamento del mercato del lavoro possa in qualche modo aprire la strada a eventuali tagli dei tassi da parte delle Fed. La banca centrale Usa infatti si trova ora di fronte a una domanda chiave: il rallentamento della crescita dei posti di lavoro è dovuto a un indebolimento dell’economia nazionale o si tratta di un fenomeno temporaneo destinato a rientrare in fretta?