A settembre l’auto tedesca è ripartita, grazie al traino delle elettriche (+32%) e soprattutto della cinese Byd, che ha registrato un +2.225%, con un balzo del 12,8%. Ma c’è poco da festeggiare. Da inizio anno, infatti, l’asticella segna un -0,3% e i segnali di difficoltà non mancano. Mentre la Volkswagen ha deciso di sospendere la produzione negli stabilimenti di Zwickau e Dresda, in Sassonia, a soffrire sono specialmente le piccole e medie imprese del comparto. Oltre 6 su 10 stanno riducendo l'occupazione e nell'80% dei casi rinviano, delocalizzano o eliminano del tutto i piani di investimenti. Lo riporta la Vda, associazione che rappresenta il settore dell'industria automobilistica e della componentistica per l'auto. «Come industria automobilistica tedesca vogliamo preservare posti di lavoro e prosperità, vogliamo continuare a produrre le nostre Auto in Germania. Ma per renderlo possibile deve accadere qualcosa», ha spiegato il presidente della Vda, Hildegard Muller. Ed ecco perché Berlino ha deciso di fare squadra con il nostro Paese per provare a dare la sveglia a Bruxelles. L’industria automobilistica europea «deve cambiare rotta». È questa la richiesta di Italia e Germania, che in una lettera congiunta inviata alla Commissione Ue dai ministeri del Made in Italy e dell’Economia tedesco invitano Bruxelles ad agire con «responsabilità, pragmatismo e visione».
L’iniziativa, sottoscritta da Adolfo Urso e Katherina Reiche, è la prosecuzione di un confronto bilaterale avviato già a giugno a livello interministeriale. Ora il passo successivo con l’obiettivo, sostiene Urso, di «superare le gabbie ideologiche del Green Deal» che negli ultimi anni hanno imprigionato l’industria automobilistica europea. Per il ministro, la posizione di Italia e Germania, due tra i più grandi attori industriali dell’Unione, è «comune e chiara», «indichiamo insieme la via per una transizione verde che sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico». Già la settimana scorsa, a margine del vertice della Comunità Politica Europea a Copenaghen, la premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz avevano cercato di fare quadrato sull’automotive in vista della discussione sulle questioni climatiche del 23-24 ottobre al Consiglio europeo. Il tema resta sullo sfondo anche dell’incontro bilaterale del prossimo 23 gennaio. I numeri del settore restano negativi. Solo nel 2024, la produzione automobilistica europea ha registrato un calo del 6,2%, con oltre 88mila posti di lavoro persi tra stabilimenti e fornitori. L’iniziativa congiunta è apprezzata da Confimprenditori, che sottolinea il rischio di perdere col tempo un settore che ha pesanti ricadute su Pile occupazione. «Finalmente qualcosa si muove», ha detto il presidente Stefano Ruvolo.
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Il «futuro» dell’automobile è «elettrico», ma con vetture «prodotte nell&rsqu...Tra chi soffre nel comparto c’è anche chi, come Tesla, aveva per prima gettato il motore oltre l’ostacolo, con le sue elettriche, e ora non riesce più a tornare in pista. Un po’ lo strapotere i Byd, un po’ il boicottaggio dei mesi scorsi in chiave anti-Trump hanno strozzato le vendite. A settembre in Germania il colosso di Elon Musk ha visto scendere le vendite di oltre il 9%. Uno scenario che il produttore Usa vuole spazzare via. Di qui il possibile lancio di un’altra versione Model Y più economica che potrebbe avvenire oggi. In un video di 9 secondi pubblicato su X, la casa automobilistica guidata da Musk ha mostrato un veicolo con i fari accesi in un ambiente buio. L'azienda ha accennato ad un evento previsto per oggi in un video separato, con alla fine la dicitura “10/7”.