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Renzi il bullo non sta più sereno

Maurizio Belpietro
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Da quando Matteo Renzi è riuscito a imporre il suo candidato al Colle non c'è più niente che lo tenga. Il nostro presidente del Consiglio viaggia a qualche metro da terra, convinto che dopo aver spianato l'opposizione interna ed esterna, presto camminerà sulle acque e moltiplicherà anche pani, pesci e occupati. Lo stato d'animo del premier - che, vale la pena di ricordarlo, appena dieci anni fa era il giovane segretario della Margherita in una provincia come quella di Firenze in cui contavi solo se eri diessino - è comprensibile. Meno comprensibile è però che non faccia nulla per nasconderlo, lasciandosi andare a uscite che paiono quelle di un bullo di provincia. L'altro ieri ai ministri dell'Udc che cercavano di salvare almeno la poltrona se non la faccia ha risposto di non avere tempo da perdere con i partitini, aggiungendo che se qualcuno deve leccarsi le ferite non è certo affar suo. Un tono sprezzante e sicuro che ieri ha replicato, ma questa volta rivolto all'ex compagno di patto Silvio Berlusconi. Dopo la fregatura del Quirinale, il Cavaliere ha riunito l'ufficio di presidenza e ha dichiarato decaduto il patto del Nazareno, precisando che Forza Italia valuterà di volta in volta se votare a favore o contro le riforme. Beh, sapete che ha risposto il presidente del Consiglio per tramite della vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani? Meglio, così: non avendo tra i piedi Berlusconi e Brunetta riusciremo a farle prima.  Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro

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