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Vittorio Feltri: "Caro Francesco Merlo, non siamo tutti dei merli"

Giulio Bucchi
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Caro Francesco Merlo, sai che sono un tuo estimatore. Abbiamo lavorato insieme al Corriere della Sera in anni lontani e fui tra i primi a segnalare ai colleghi di vertice che eri un fuoriclasse. Poi fu Paolo Mieli a valorizzare il tuo talento. E da allora hai scalato la montagna di carta. La mia ammirazione per te tuttavia non mi impedisce di criticare alcune tue prese di posizione che assomigliano molto nel linguaggio agli sfoghi della destra più aspra. Un esempio. Difendi la tua Repubblica che ha titolato: "Cancellare Salvini". A me tale espressione non scandalizza. Ciascuno usa introdurre gli articoli con le parole che preferisce. Tuttavia ti pongo una domanda. Se Libero avesse aperto così il giornale: "Cancellare Segre", come avresti commentato la nostra scelta? Non dirmi che avresti applaudito. E allora perché giustifichi infantilmente la cancellazione di Salvini, il quale comunque, benché non ti piaccia, è il leader del più grande partito italiano? Leggi l'editoriale di Vittorio Feltri su Libero in edicola oggi

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