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Protestò in Tienanmen

Va in galera 20 anni dopo

Fabio Corti
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 Le dittature hanno la memoria lunga. Vale anche per la Cina, vale anche per i fatti di piazza Tienanmen del 3 e 4 giugno 1989. L'anniversario della protesta studentesca si avvicina, e Pechino inasprisce la repressione. Uno degli attivisti di allora è rinchiuso il prigione da mesi (con l'accusa di "frode") e i suoi familiari non riescono ad avere notizie certe nemmeno riguardo a quale sia il carcere dove si trova. L'uomo "scomparso" è Zhou Yongjun, che da anni ormai viveva negli Stati Uniti con una regolare green card ma qualche mese fa era rientrato in Cina passando da Hong Kong per raggiungere in Sichuan i genitori malati. Che non riuscì a incontrare. Zhou appartiene alla diaspora del movimento pro-democrazia che raccolsestudenti e operai a Pechino e in decine di altre città fra il 15 aprilee il 4 giugno 1989. Fu lui a inginocchiarsi - osservato dai mediainternazionali - sui gradini della Grande sala del Popolo, sul latoovest della Tienanmen, durante uno dei tentativi di presentare leproprie richieste alla leadership del Partito comunista. Yongjun ha già sperimentato la repressione e fu arrestato anche in passato. Scarcerato, nel 1993 se ne andò negli Usa salvo tornare clandestinamente in Cina cinque anni dopo. Scoperto, trascorse 3 anni in un campo di rieducazione, periodo al termine del qualerientrò in America. Adesso da Washington, tramite l'ambasciata a Pechino e ilconsolato di Chengdu, le autorità statunitensi tengono il suo caso sotto osservazione.

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