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Is, allarme dall'Arabia Saudita: "Entro un mese arriveranno in Europa"

Andrea Tempestini
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In una giornata scandita dall'ormai consueta cronaca dell'orrore islamico, con una nuova decapitazione in Siria e la diffusione di un video che mostra l'esecuzione di 250 prigionieri, il tutto opera dell'Is, arriva un allarme dall'Arabia Saudita. A parlare è il re Abdullah, accusato da alcuni paesi (tra cui la Germania, che ha poi ritrattato) di finanziare i jihadisti dello Stato islamico insieme ad altri stati del Golfo. La previsione - Un avvertimento all'Europa e agli Stati Uniti, per alcuni una minaccia. Il re si è detto certo che "entro un mese" i terroristi minacceranno e colpiranno nel Vecchio Continente e negli States, e che l'unica possibilità per fermarli è attaccarli subito, in Iraq e in Siria, dove stanno imperversando. "Vi chiedo di consegnare questo messaggio ai vostri leader - ha detto re Abdullah nel corso di un ricevimento a Gedda -, il terrorismo è una forza malvagia che deve essere combattuta con saggezza e rapidità. Se lo si trascurerà, sono sicuro che entro un mese arriverà in Europa e in un altro mese in America". Una posizione che è stata condivsa da esponenti di altri paesi del Golfo, quali Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait Qatar e Oman. Tank e missili - Nel frattempo, alcuni esperti citati dai media arabi, hanno provato a quantificare il materiale bellico in mano agli jihadisti dell'Is. L'esercito dello Stato islamico, oggi, non può essere sottovalutato: conta "almeno 50 tank da battaglia", tra cui i M1A1 americani e i T-72 russi, rastrellati nelle basi irachene nella regione di Mosul. L'Is dispone inoltre di "250-400 missili terra-aria SA-24", presi dalla base dell'esercito siriano a Tabqa. Nel dettaglio, i sistemi SA-24 sono considerati più potenti degli Stinger, e in grado di colpire diversi bersagli anche durante la notte. L'operazione - In Iraq truppe locali e miliziani sciiti di diversi gruppi hanno iniziato un'operazione militare per rompere l'assedio imposto dagli jihadisti, da due mesi, alla città turcomanna di Amerli. Le forze di sicurezza irachene stanno avanzando dal sud, mentre migliaia di miliziani si sono ammassati a nord della città. L'operazione, hanno riferito fonti militari irachene, veniva preparata da giorni.

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