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Marò, il governo indiano: "Latorre può tornare a casa"

Nicoletta Orlandi Posti
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«Il governo indiano non si opporrà al rientro di Massiliano Latorre». L'esecutivo di New Delhi ha risposto così alla Corte Suprema indiana che, rinviando l'udienza a venerdì prossimo, stamattina aveva aveva chiesto un parere al governo di New Delhi sulla richiesta di ritorno a casa del marò colpito da ischemia. Se la Corte Suprema concederà l'autorizzazione al rientro in Italiadel fuciliere per ragioni umanitarie «noi non ci opporremo», ha detto il ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj rispondendo ad una domanda dell'agenzia Ansa. Il ministro ha ribadito «non faremo opposizione ad una decisione della Corte». Ma mentre si prefigura un esito positivo per il rientro in Italia di Latorre, è però partito un altro attacco indiano ai nostri fucilieri. Nuovo siluro - Nel giorno in cui è prevista l'udienza che potrebbe decidere sulla richiesta di rimpatrio di Massimiliano Latorre «per motivi di salute» la stampa di New Delhi scrive che i due marò italiani coinvolti nell'incidente che il 15 febbraio 2012 provocò la morte di due pescatori indiani presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della loro petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare. Il quotidiano indiano Hindustan Times citando un funzionario del ministero dell'Intern scrive che «il capitano (Umberto Vitelli, ndr) dopo la sparatoria ha inviato un rapporto via mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St.Antony erano armati». Ma - continua il funzionario - «gli investigatori indiani hanno verificato che tutti gli undici pescatori erano disarmati. Non c'erano armi sul peschereccio». Secondo i dati a disposizione del quotidiano, la mail è stata inviata ad un'organizzazione per la sicurezza marittima che l'avrebbe poi inoltrata all'International Maritime Organisation, agenzia dell'Onu per il rafforzamento della sicurezza via mare. «Ma quando durante le sue indagini l'Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitano della Enrica Lexie - ha rivelato la fonte degli Interni - questi ha negato di essere stato testimone dell'incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la mail sotto la pressione dei marò accusati. L'obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati». Secondo quanto riferisce il quotidiano, il Nia ha rifiutato di rilasciare commenti spiegando solo che «presenterà rapporto con i capi di accusa al tribunale che deve processare i due uomini una volte che le questioni relative al caso sono state risolte dalla Corte Suprema». Nessun obbligo di firma - Riguardo all'udienza la Corte ha stabilito solo che Latorre è esentato dall'obbligo di firma per i prossimi 15 giorni e ha rimandato l'udienza al prossimo 12 settembre chiedendo al governo un parere sulla richiesta di ritorno a casa del marò colpito da ischemia.

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