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Marò, l'India valuta la proposta italiana

Ignazio Stagno
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Una speranza per i Marò. L'India ha ammesso per la prima volta di "avere allo studio" una proposta italiana per la soluzione della vicenda dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo ha rivelato in una risposta scritta inviata ieri al Parlamento dal ministro degli Esteri Sushma Swaraj. Lo spiraglio - Due membri del Partito comunista indiano (Cpi) del Rajya Sabha (la Camera alta del Parlamento), M.P.Achuthan del Kerala e D.Raja del Tamil Nadu, avevano presentato al governo una interrogazione sulla vicenda dei militari italiani bloccati in India. In essa si chiedeva "se è un fatto che il governo italiano ha cercato una soluzione consensuale alla vicenda da tempo in sospeso dei due militari italiani accusati di omicidio di due pescatori indiani nel 2012 al largo delle coste del Kerala". E, in caso di risposta positiva, si intendeva sapere "a che punto è il caso oggi e quale è la reazione del governo indiano alla proposta del governo italiano su di esso". La risposta - Nella risposta scritta inviata ieri sera al Parlamento, il ministro Swaraj ha risposto sinteticamente "sì" alla prima domanda e sostenuto, riguardo alla seconda, che "la questione è attualmente all'esame della Corte suprema dell'India. Mentre la proposta del governo italiano è attualmente "all'esame del (nostro) governo". Insomma a quanto pare dopo anni di attesa, l'india comincia a studiare una soluzione seria per il caso dei Marò. Solo qualche giorno fa i giudici indiani hanno respinto la richiesta di Salvatore Girone di poter tornare a casa per Natale. Giorgio Napolitano si è detto "fortemente contrariato" dalle decisione dell Corte Suprema indiana. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha avvertito: "Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione".

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