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Marò, oggi la sentenza del Tribunale del mare, l'Italia: "Girone è ostaggio", l'India: "Offensivo"

Giovanni Ruggiero
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Il Tribunale internazionale del mare decide la sorte del procedimento nei confronti dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati in India dell'omicidio di due pescatori nello Stato indiano di Kerala. La sentenza della corte, presieduta ad Amburgo dal giudice Vladimir Golitsyn, sarà annunciata alle 11 di oggi. Il Tribunale si pronuncerà sulla giurisdizione nel caso dei marò, sulle misure cautelari che li riguardano, il rientro in patria del primo e la permanenza a casa del secondo per curarsi. La battaglia in aula - Le prime due udienze si erano tenute il 10 e 11 agosto scorsi. Subito è stato scontro, senza esclusione di colpi, tra Roma e New Delhi. Salvatore Girone è "ostaggio" dell'India e Massimiliano Latorre è "a rischio della vita", se fosse costretto a ritornare in India. E l'India ha replicato: "Definire Girone ostaggio è offensivo e inopportuno". Latorre e Girone "non sono stati ancora tecnicamente incriminati di alcun reato" dalla giustizia indiana, ma l'India "dimostra - secondo l'ambasciatore Francesco Azzarello - di disprezzare il giusto processo" considerandoli "già colpevoli con un atteggiamento che esemplifica al meglio l'impasse attuale". Girone quindi è "ostaggio" dell'India, secondo il governo italiano, che ha attivato la procedura di arbitrato internazionale il 26 giugno scorso e chiede "misure cautelari" urgenti a tutela dei marò, finchè non si sarà espressa la Corte arbitrale dell'Aja: il ritorno in patria del fuciliere che si trova ancora in India; la permanenza di Latorre in Italia per curarsi dall'ictus che lo colpì nell'ambasciata d'Italia a New Delhi; la sospensione delle procedure della giurisdizione indiana a carico dei marò, nel contesto e fino alla conclusione del procedimento arbitrale. La posizione indiana - New Delhi ha insistito sulla propria posizione. "Descrivere il sergente Girone come un ostaggio è del tutto inappropriato e offensivo ed è dimostrato dal fatto che a entrambi i marò è stato consentito di tornare due volte in Italia", ha affermato il team legale indiano, che si è detto "sorpreso" dell'Italia che descrive i due marò come vittime: "le vere vittime sono i due pescatori uccisi e le loro famiglie che ancora soffrono». Quindi l'Italia è «in malafede e inaffidabile". La sentenza - Le decisioni del Tribunale sono definitive e obbligatorie per i due Stati coinvolti dalla controversia. Ma la Corte arbitrale dell'Aja, a cui si è rivolta l'Italia, una volta operativa potrà comunque decidere sulla vicenda ed eventualmente ribaltare le decisioni dell'Itlos. Procedimento che potrebbe anche durare qualche anno

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