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Dopo l'incidente all'aereo russo Londra blocca tutti i voli per Sharm

Matteo Legnani
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Continuano le indagini sul luogo del disastro e sulle scatole nere dell'Airbus A321 Metrojet precipitato sabato all'alba sopra il Sinai, venti minuti dopo il decollo da Sharm El Sheikh. L'Isis, che già nelle ore successive al disastro aveva postato un video (poi dimostratosi falso) col quale si assumeva la responsabilità dell'abbattimento del jet russo, è tornato a farsi sentire: "Noi siamo quelli che abbiamo abbattuto l'aereo ma non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui l'abbiamo fatto... Ve lo diremo solo quando e come vorremo noi" è il messaggio che la filiale egiziana dello Stato islamico ha postato su Twitter. "Voi andate sul luogo dello schianto, controllate le scatole nere, visionate il relitto e provate a confermare che non è stato abbattuto, se ci riuscite" è la sfida dell'Isis nel messaggio audio di cui non è stata verificata la veridicità. Intanto, quella di un'esplosione a bordo pare la causa più probabile dello schianto. Lo ha riferito una fonte vicina all'indagine in corso in Egitto, anche se non è chiaro se l'esplosione possa essere stata causata dal carburante o da una bomba. "Si ritiene che sia stata un'esplosione ma di che genere non è chiaro", ha spiegato la fonte. "Si sta esaminando la sabbia del sito dello schianto per determinare se sia stata una bomba", ha aggiunto. In serata, però, fonti d'intelligence americana sostengono che a causare lo schianto dell'aereo russo potrebbe essere stata una bomba messa a bordo dallo Stato islamico. Lo dice Cnn che cita diverse fonti anonime. Questo mentre gli stessi jihadisti dello Stato islamico sono tornati a rivendicare la responsabilità della tragedia e la stampa egiziana scrive invece che in base ai primi risultati dell'inchiesta la tragedia sarebbe stata causata dallo scoppio di un motore. Le fonti citate da Cnn sostengono che la bomba possa essere stata messa sull'A321 dall'Is o da un gruppo affiliato. Nell'incidente sono morte 224 persone una ventina di minuti dopo il decollo dal centro balneare sul Mar Rosso di Sharm el-Sheikh. Il governo britannico ha comunque  deciso di sospendere i voli per il Regno Unito dalla città egiziana di Sharm el Sheikh per il timore che a far precipitare l'aereo russo sia stato un ordigno esplosivo. Lo ha riferito un portavoce di Downing Street. "Mentre è in corso l'indagine non si può categoricamente affermare come mai l'aereo russo sia precipitato, ma in base alle informazioni che sono venute alla luce abbiamo il timore che l'aereo sia stato abbattuto da un ordigno esplosivo" ha dichiarato. Per l'industria turistica egiziana si tratta di un colpo durissimo, visto che i britannici costituiscono una parte cospicua dei viaggiatori che ogni anno raggiungono le spiagge del Sinai a caccia di sole e di caldo.

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