Una soluzione drastica, la ricetta dell'islamista anti-islam: "C'è solo una cosa da fare"
"L'Occidente, in particolare la Francia e il Belgio, hanno dimostrato di avere tanti buoni sentimenti. Ma in questo modo si sono dimostrati deboli, hanno aperto la strada ai terroristi. Ecco perché siamo arrivati alla tragica situazione attuale. Adesso bisogna smetterla, dobbiamo accendere i radar, sorvegliare le frontiere, controllare il traffico d'armi, potenziare il lavoro dei servizi segreti e della polizia". Così, in un'intervista a Il Giorno, Antoine Basbous, specialista d'Islam e direttore a Parigi dell'Observatoire des Pays Arabes. Un esperto che, come avete potuto leggere, per prevenire il terrorismo invoca soluzioni durissime, estreme. All'indomani delle stragi di Bruxelles, l'islamista punta il dito contro l'Europa, rea di avere "spalancato le porte a centinaia di migliaia di migranti invece di ricevere solo quelli che era in grado d'incanalare e controllare. E attraverso quelle frontiere aperte è passato di tutto, terroristi compresi. Non meravigliamoci se ci sono gli attentati". Basbous poi spiega che "quando accuso l'Europa di vigliaccheria non parlo solo del presente". Infatti ricorda come Francia e Belgio, per esempio, "hanno lasciato che si creassero quartieri giganteschi come quello di Molenbeek a Bruxelles o di Saint-Denis a Parigi, in cui si sono succedute generazioni di giovani che non condividono i nostri valori e non li rispettano". Secondo l'islamista, infatti, "abbiamo lasciato che si creassero dei ghetti destinati a diventare spaventosi focolai d'infezione terroristica. Adesso è arrivata la fattura. Il conto per la nostra cecità è molto salato". Dunque, Basbous, ripete: "L'Europa deve accendere i radar e mettere in azione la contraerea, se serve. Oggi invece le frontiere sono senza protezione e i diversi Stati europei prendono delle decisioni che poi non rispettano. I confini sono talmente permeabili che chiunque può passare: non è possibile andare avanti in questo modo". E ancora: "In secondo luogo l'Europa deve fornire i mezzi necessari ai servizi di sicurezza e agli inquirenti: bisogna sapere chi sono i jihadisti, sorvegliare i loro covi, identificare gli artificieri e gli atelier in cui si fabbricano esplosivi. Occorrono misure concrete".