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"Il cane s'è spaventato, non vengo"Le scuse folli per non lavorare

La ricerca britannica svela le frottole più assurde per "bigiare"

Marta Macchi
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"Ho perso l'autobus", "Mi si è bucata una gomma", "Mio figlio sta male" scuse banali queste, perché per inventarsi una frottola che possa far colpo sul capo - evitando così di andare a lavoro - bisogna essere davvero creativi anzi artistici. Un'indagine britannica promossa dalla Benenden Health, società di mutuo soccorso senza scopo di lucro, rivela quali siano le giustificazioni più assurde accampate per bigiare la giornata lavorativa. Lo studio è stato condotto su 1000 impiegati e altrettanti dirigenti e tra gli stratagemmi più ingeniosi ne spuntano alcuni ai limiti dell'assurdo. Le scuse - Dai dolori fisici tipo "Mi fa male un dito", al malinconico "Mi è morto il criceto", fino ai più geniali:"Il mio cane ha avuto un grosso spavento e non posso lasciarlo da solo". Le improbabili motivazioni comprendono persino morsi in parti delicate da parte della fidanzata e scarpe divorate dall'animale domestico: cause che, ne siamo certi, farebbero desistere chiunque dal recarsi in ufficio. Sforzi sprecati però perché la ricerca svela, chissà come mai, che 6 direttori su 10 non credono alle bufale che si nascondono dietro ai giorni di malattia richiesti dagli impiegati. "In tempo di crisi la gestione delle assenze per malattia diventa di vitale importanza per le imprese", spiega al Telegraph Gill Landon, direttore allo sviluppo della Benenden Healt. I datori di lavoro si fanno sospettosi e, ovviamente, le scuse inverosimili non aiutano: "La maggior parte dei lavoratori ha ammesso che un quinto delle volte che ha chiesto dei giorni di malattia avrebbe potuto lavorare".  Qualcuno magari poi è così furbo da aggiornare il proprio status di facebook, con foto a seguito di lui in spiaggia...

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