Egitto, polizia sgombera sit in pro MorsiE' massacro Al Cairo: "Centinaia di morti"
Il Cairo, 14 ago. (Adnkronos/Ign) - "Sono oltre 200 i martiri" rimasti uccisi nelle operazioni di sgombero delle piazze di Rabaa al-Adawiya e al-Nahda al Cairo, dove si erano radunati i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi. Lo denuncia Ahmad Aref, portavoce Fratelli Musulmani, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International. Tra questi, anche la figlia della vice Guida Suprema dei Fratelli Musulmani Khairat el-Shater. Con lei è stata ucciso anche il marito. Secondo Aref, raggiunto a piazza Rabaa al-Adawiya, "negli ospedali da campo allestiti dalla Fratellanza giacciono 180 corpi e molti altri ancora sono senza vita nel perimetro della piazza". Il portavoce dei Fratelli Musulmani ha quindi sostenuto che "nonostante il massacro, che deve essere fermato, siamo intenzionati a continuare con le manifestazioni". Aref ha infine smentito che i manifestanti pro Morsi fossero armati, malgrado il ministero dell'Interno abbia annunciato l'arresto di 150 "uomini armati" nel corso delle operazioni di sgombero. Su Twitter la Fratellanza aveva parlato di più di 2000 feriti. Secondo quanto riportato, il numero delle vittime "aumenta ogni minuto" a causa della "brutalità dell'esercito golpista". Il portavoce della Fratellanza ha quindi denunciato la presenza di "cecchini che sparano contro i dimostranti nel mezzo di piazza Rabaa al-Adawiya", al Cairo, e che "le ambulanze non possono accedervi per soccorrere i feriti". Tra i morti, che per la tv satellitare 'al jazeera' dovrebbero essere circa 300, ci sarebbero anche una giornalista e un fotoreporter. Nel raccontarlo, l'inviato dell'emittente qatariota al Cairo ha spiegato che all'ospedale da campo sarebbero stati trasferiti anche 800 feriti. Mentre per Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia), in base a quanto appreso da fonti mediche egiziane, i morti sarebbero più di 50 e circa 600 i feriti. E il ministero della Salute parla invece di una decina di morti e 98 feriti il bilancio delle operazioni di sgombero. Lo ha riferito il responsabile per le emergenze del ministero della Salute egiziano, Mohamed Sultan, citato dal quotidiano governativo 'al-Ahram'. I Fratelli Musulmani hanno fatto appello ai propri sostenitori a scendere in piazza per fermare il "massacro". Nel riferirlo, 'al-Arabiya' ha annunciato che gli attivisti della Fratellanza hanno iniziato una marcia dalla moschea Salam verso piazza Rabaa. La tv araba ha riferito, inoltre, che piazza al-Nahda, dove era stato organizzato l'altro sit-in pro Morsi, è ora sotto il "completo controllo" degli agenti. Ma se i Fratelli Musulmani parlando di esercito, le autorità egiziane ad interim ne hanno smentito il coinvolgimento. Fonti hanno sostenuto che "l'incarico di disperdere i manifestanti è stato affidato solo ed esclusivamente alle forze di polizia", affermando che "l'Esercito non ha partecipato gli scontri" durante le operazioni di sgombero, ma comunque "approva" l'intervento del ministero dell'Interno. Le forze armate - hanno sottolineato le fonti - stanno garantendo la sicurezza di siti vitali e sede di ambasciate nel perimetro dei raduni". Le forze di sicurezza egiziane hanno rinvenuto armi e munizioni nel corso delle operazioni per disperdere i sit-in e arrestato anche vari leader dei Fratelli Musulmani tra cui l'ex segretario generale del braccio politico della Fratellanza, Mohammed al-Beltagy. L'operazione di sgombero dei raduni dei sostenitori di Morsi, comunica il consiglio dei ministri del Cairo, "è stata un atto dovuto per contrastare atti di vandalismo". In seguito ai disordini, l'ambasciata Usa al Cairo chiuderà al pubblico, come comunica una nota diffusa in mattinata nella quale si spiega che decisione è stata presa "a causa della situazione di incertezza legata agli eventi nelle piazze al-Nahda e Rabaa al-Adawiya".