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Siria, il sì di Obama a un intervento militare: "Ma solo con l'appoggio Onu"

Strage in Siria

L'ipotesi Usa si basa sul precedente Kosovo: non via terra, ma possibile attacco aereo

Francesca Canelli
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Dopo l'attacco del 21 agosto denunciato dagli oppositori del regime siriano, in cui sarebbe stato usato gas nervino contro bambini e civili, l'Onu è sceso in campo aprendo un'indagine sull'uso dell'arma chimica. Intanto arriva la nota dei Medici Senza Frontiere: "La sintomatologia, le caratteristiche epidemiologiche, l'afflusso di un numero così alto di pazienti in un lasso di tempo così breve, fanno pensare fortemente all'esposizione massiccia ad un agente tossico". MSF è la prima fonte indipendente a confermare l'uso di armi chimiche. E ora a dare un giro di chiave è la Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti Barak Obama sta vagliando l'ipotesi di un intervento militare in Siria. Non via terra, questo sembra deciso, e sotto il protettorato dell'Onu. Ma tutte le opzioni sono ancora in campo, Obama ha incontrato i Consiglieri dell'Onu, come rende noto la Casa Bianca. C'è però un'accelerazione nella valutazione di fatti e prove a carico del regime di Assad.  L'opzione Kosovo - Obama starebbe studiando il precedente del Kosovo: "Come in Kosovo, così in Siria civili sono stati uccisi dall'attacco del regime - riferiscono alcuni rappresentanti dell'amministrazione d'oltreoceano - Nel 1999 il presidente Bill Clinton aveva usato l'appoggio Nato per giustificare i 78 giorni di incursioni aeree". Ma le autorità stanno anche discutendo se un attacco militare possa avere conseguenze involontarie, destabilizzare i paesi vicini come il Libano, ad esempio, o determinare ingenti flussi di rifugiati in Giordania, Turchia ed Egitto.  La posizione russa - Uno dei possibili oppositori alla decisione di intervento in Siria potrebbe essere il governo russo. O almeno potrebbe bloccare la decisione dell'Onu di schierarsi con gli Usa. La Russia è sempre stata infatti una sostenitrice del regime di Assad, e una decisione del genere potrebbe destabilizzare le basi diplomatiche tra i due paesi. Ieri il governo russo ha invitato il presidente ad autorizzare gli inquirenti delle Nazioni Unite a raggiungere le zone a est di Damasco dove si sarebbe verificato l'attacco con agenti chimici. Fonti diplomatiche americane, e di altri paesi occidentali, hanno chiarito che l'iniziativa della russia non riflette alcun cambiamento nel suo sostegno ad Assad o la sua contrarietà a provvedimenti punitivi del consiglio di sicurezza Onu.  La reazione internazionale - Sul fronte europeo le reazioni sono diverse. La Francia "ritiene necessario un intervento", come ha affermato il ministro degli Esteri Laurent Fabius. Anche la Germania si dichiara vicina alle posizioni a stelle e strisce. Angela Merkel ha criticato Cina e Russia, alleate del regime di Damasco, per aver bloccato il testo delle Nazioni Unite promosso dall'Occidente che chiede che sia garantito accesso senza vincoli agli ispettori che indagano sull'uso di armi chimiche in Siria. Tuttavia non si sbilancia e dichiara la Germania contro un intervento militare: "La soluzione deve essere politica", ha dichiarato un portavoce della cancelliera. E anche il presidente iraniano, Hassan Rowhani, ha condannato l'uso di armi chimiche in Siria, di fatto avallando la denuncia di un attacco con il gas nervino che sarebbe stato sferrato a Damasco mercoledì scorso. Francesca Canelli

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