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Siria, Usa e Gb preparano l'attacco: gli scenari possibili

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Londra, 26 ago. (Adnkronos) - I vertici militari americani e britannici, secondo le anticipazioni della stampa inglese, starebbero mettendo a punto la lista degli obiettivi da colpire, in risposta al presunto uso di armi chimiche da parte del regime siriano di Bashar Al Assad. L'opzione preferita si concentrerebbe su un'azione limitata, facendo ricorso soprattutto ai missili a lunga gittata, in grado di danneggiare seriamente le capacità militari di Damasco e impedire nuovi attacchi chimici. I bersagli da colpire, scrive il Daily Mail, verrebbero individuati con i droni che pattugliano i cieli della Siria e attraverso le segnalazioni da parte delle forze speciali presenti sul terreno. Gli analisti militari ritengono che l'eventuale attacco potrebbe durare dalle 24 alle 48 ore e si concentrerebbe sulle installazioni chiave del regime siriano. L'elenco comprende il sistema integrato di difesa aerea della Siria, i bunker che ospitano i centri di comando e controllo, le infrastrutture per le comunicazioni, palazzi governativi, rampe missilistiche e i mezzi delle forze aeree di Assad. Proprio il controllo dei cieli ha finora garantito al regime un notevole vantaggio nel conflitto contro i ribelli. Altre opzioni militari prevedono attacchi aerei contro le unità siriane ritenute responsabili degli attacchi con armi chimiche. Secondo alcune ricostruzioni, l'attacco denunciato dai ribelli la scorsa settimana sarebbe opera della 155esima brigata della quarta divisione armata dell'esercito siriano, che ha la sua base sui monti a ovest di Damasco ed è comandata dal fratello del presidente siriano, Maher Assad. Gli Stati Uniti lancerebbero i loro attacchi dalle navi da guerra o dai sottomarini che pattugliano il Mediterraneo Orientale o il Golfo Persico, ma anche dai bombardieri in grado di lanciare i loro missili da centinaia di chilometri di distanza. Un gruppo da battaglia della Marina Usa, con quattro navi cacciatorpediniere, è già dislocato nel Mediterraneo Orientale e si è avvicinato alla Siria in attesa dell'ordine di attacco. Le navi sono equipaggiate con missili da crociera Tomahawk, in grado di colpire un bersaglio a una distanza di duemila chilometri. Gli Stati Uniti potrebbero anche fare ricorso ai bombardieri B-2 Stealth, la cui base è nel Missouri, che con un solo rifornimento in volo sono in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo sulla terra. L'Aeronautica Usa potrebbe anche impiegare i caccia F-16 e gli aerei da rifornimento delle basi presenti in Medio Oriente, senza contare le batterie di missili Patriot dislocate in Giordania. Il contributo britannico all'eventuale attacco prevede un copione simile, sebbene in scala ridotta, rispetto alla quantità di mezzi e di risorse di cui dispongono gli Stati Uniti. La Royal Navy potrebbe lanciare i suoi missili Tomahawk dai sommergibili nucleari della classe Trafalgar, uno dei quali viene costantemente tenuto di pattuglia nelle acque mediorientali. La Royal Air Force invece impiegherebbe i Tornado, che teoricamente potrebbero partire dalla base della Raf a Marham, nell'Inghilterra orientale, colpire i loro bersagli in Siria e rientrare in patria. Oppure, i Tornado potrebbero essere spostati a Cipro e decollare da lì per lanciare gli attacchi con i missili di precisione Storm Shadow, che hanno un raggio di oltre 250 chilometri.

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