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Nuova tegola per la Apple: in Cinaoperaie prostitute coi colleghi

Lo stipendio nella catena di produzione degli IPhone è basso, così le lavoratrici cercano altri guadagni

Francesca Canelli
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L'iPhone 5S è già in cantiere (uscirà il 20 settembre in 20 paesi), ma una nuova polemica investe la Apple, o meglio la società a lei gemellata e garante della produzione degli iPhone, tale Foxconn. Questa volta però nel mirino non finiscono gli apparecchi elettronici, come era accaduto quando un iPhone era esploso uccidendo una giovane cinese. Questa volta nell'occhio del ciclone ci sono i dipendenti. A innescare la bomba è un reportage dell'Economy Weekly. Secondo il quale, molti impiegati delle fabbriche di Shenzhen e Zhengzhou, in Cina, hanno ammesso il fatto che è frequente che molte impiegate e operaieoffrano le loro prestazioni sessuali ai colleghi, arrotondando così lo stipendio.  La testimone - A Shenzhen la fabbrica della Foxconn (quella degli iPhone) conta 200.000 persone e per la maggior parte si tratta di giovanissimi, l'età media si aggira sui 20 anni. "Quando decine di migliaia di ragazzi e ragazze vivono insieme, a così stretto contatto - spiega Minmin, una operaia che lavora alla linea di produzione degli iPhone - è naturale che cose come queste accadano. Non ci trovo nulla di male a cercare l'opportunità di ricavare qualcosa di soldi in più. Sono giovane e per me ora la cosa più importante è riuscire a mettere via un po' di soldi". La giovane operaia ha aggiunto che diverse colleghe guadagnano di più con il ''lavoro serale'' che con quello normale alla Foxconn tanto da aver deciso di lasciare il lavoro ufficiale, troppo faticoso e mal retribuito. "Non mi pento assolutamente - ha aggiunto Minmin - di aver iniziato a prestare questi servizi. L'unica cosa che mi spiace e non aver cominciato prima". La Foxconn ha negato quanto contenuto nell'articolo, bollandolo come "ingannevole e offensivo".

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