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La Merkel cade sui migranti: chi è l'uomo che cambia la storia di Germania e Ue

Giulio Bucchi
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Il momento più duro per Angela Merkel: il ministro degli Interni Horst Seehofer si è dimesso e ora è in dubbio la permanenza al governo del partito bavarese della Csu, decisivo per la maggioranza della Cancelliera. Non sono bastati i timidi successi del vertice sull'immigrazione a Bruxelles incassati dalla Merkel, che ora rischia di cadere. E con la tenuta del governo della Germania è in bilico la tenuta stessa della struttura istituzionale dell'Unione europea. Il "falco" Seehofer voleva un accordo per respingere i migranti alle frontiere, rispedendoli nei Paesi di primo approdo. Leggi anche: Salvini fa saltare in aria l'Europa, la data del "contro-vertice"  La Merkel non è riuscita a imporlo all'Italia e ora ne paga le conseguenze. Se la Csu la mollerà, Angela potrebbe tornare a bussare alla porta dei socialisti o tentare il tutto per tutto con elezioni anticipate. In entrambi i casi, sembra l'anticamera di un ulteriore botto dei sovranisti a tinte varie, anche dentro la Cdu, e il tramonto di una leader non più in grado di imporre la propria visione dentro e fuori i confini tedeschi. La posizione di Seehofer combacia con quella del gruppo di Visegrad, i Paesi dell'Est più duri sull'immigrazione, e paradossalmente gli euro-alleati della Lega potrebbero penalizzare l'Italia. A meno che lo stop dell'accoglienza indiscriminata non diventi la politica di tutta l'Unione europea: in quel caso, un pericolo si trasformerebbe in un nuoco corso, anche per noi. 

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