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Emmanuel Macron, l'ultima follia è Didier Lallement: "Un pazzo furioso", dove piazza il signore del manganello

Davide Locano
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Quando è arrivata la notizia alla prefettura di Bordeaux, le grida di gioia dei suoi poliziotti si sono sentite in tutto l'edificio: il loro boss, Didier Lallement, è stato nominato nuovo prefetto di Parigi dal ministro dell' Interno Christophe Castaner, un orgoglio per la città girondina. «Didier Lallement, il vostro modello è Georges Clemenceau. La mano di Clemenceau non ha mai tremato quando bisognava battersi per la Francia, e anche la vostra non dovrà tremare davanti alle riforme che dobbiamo portare avanti», ha detto Castaner lo scorso 21 marzo, in occasione del cambio di guardia alla prefettura di Parigi. Via Michel Delpuech, giudicato troppo lassista e incapace di gestire la crisi dei gilet gialli, dentro colui che è considerato il prefetto più temuto di Francia. Dopo la "casse" del 16 marzo, i disordini che hanno devastato Parigi durante il Diciottesimo Atto della mobilitazione gialla, trasmettendo l' immagine di un apparato di sicurezza totalmente allo sbando, c' era bisogno di una rivoluzione ai vertici della prefettura parigina, di un uomo dell' ordine che non conosce le mezze misure, sergente di ferro e tolleranza zero. E allora, ecco che sulla scrivania di Place Beauvau, sede del ministero dell' Interno, è atterrato il cv di Didier Lallement, il superpoliziotto dalla reputazione spietata che a Bordeaux si è fatto conoscere per l' uso senza fronzoli del manganello e dei lacrimogeni. Leggi anche: Emmanuel Macron, porcata nucleare contro l'Italia RIPORTARE L'ORDINE Sulla carta d' identità 62 anni, Lallement è stato prefetto in ogni angolo di Francia durante la sua carriera, ma ha lavorato anche come consigliere tecnico nel gabinetto di Jean-Pierre Chevènement, quando quest' ultimo era a Place Beauvau, e come segretario generale del ministero dell' Interno, quando c' era Manuel Valls, il ministro più duro della presidenza Hollande. Con Lallement il governo è riuscito a ristabilire l' ordine nella capitale francese per due sabati di seguito, vietando le manifestazioni nelle zone calde della protesta: l' avenue de Champs-Elysées, place de la Concorde e la zona attorno all'Assemblée nationale, il Parlamento francese. Ma l' obiettivo di Castaner è quello di approfittare della figura carismatica di Lallement anche per riformare un' istituzione, la prefettura di Parigi, che è stata creata nel 1800 da Napoleone ed è considerata uno "Stato nello Stato" per i suoi poteri e la sua immensa autonomia (la prefettura parigina ha la sua polizia, la temutissima "PJ", i suoi servizi segreti, la Drpp, e competenze nella lotta all' immigrazione illegale: un train de vie giudicato troppo lussuoso dalla macronia). I contorni della riforma sono per ora incerti. Nessun dubbio, invece, sull' aura di uomo del rigore, e talvolta del terrore, di Lallement. POLITICA DEL TERRORE «È molto brusco con le persone. Non avevo mai visto nulla di simile. È freddo nel management, ma lo rivendica totalmente. Con lui, regna la politica del terrore», ha detto a Libération uno dei suoi ex colleghi. «Didier Lallement? È la personificazione della rigidità. Può anche non salutarvi mai, non gliene importa nulla. Se il governo lo ha scelto, è perché vuole riprendere il controllo della prefettura di polizia», ha aggiunto un altro poliziotto. I suoi modi muscolari, che a Parigi ricordano "Le Tigre" Clemenceau, e in Italia farebbero pensare a Scelba, gli hanno fatto acquisire la nomea di «prefetto che fa paura ai poliziotti». E secondo i beninformati, diventare il numero uno della prefettura di Parigi, dopo esserlo stato a Bordeaux per due anni, era il suo sogno. «Ha toccato il Graal», ha affermato a Libération un suo conoscente. La gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon storce il naso per la nomina di un prefetto che ama la "matraque", il manganello, ma non tutti a sinistra sono scontenti. Il senatore del Partito socialista Jean-Pierre Sueur, che ha lavorato con Lallement trent' anni fa al ministero delle Collettività locali, ha esaltato la rettitudine e la fermezza di questo alto funzionario. «Lallement non viene dal serraglio parigino, non ha fatto l' Ena. È molto serio, rigoroso, è un gran lavoratore. Ma è vero che nell' esercizio dell' autorità è molto diretto», ha spiegato Sueur. Altri, molto più sensibili al suo stile spigoloso, sostengono che Lallement, come prefetto, sia «un pazzo furioso». di Maurizio Zanon

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