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Papa Francesco, l'accusa pesantissima in Vaticano: il silenzio che sconcerta sui boia islamici

Gino Coala
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Diciamo che per 290 morti ci si aspettava di più che 30 secondi di discorso e 220 caratteri (tardivi) di un tweet. Molti osservatori, credenti e laici, non hanno apprezzato granché la reazione di Papa Bergoglio alla strage di cristiani in Sri Lanka, che ha sconvolto il Paese asiatico in occasione del giorno di Pasqua. Da parte del pontefice, c' era stato un intervento durante l' omelia urbi et orbi della domenica pasquale, in cui aveva annunciato di aver «appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che proprio oggi hanno portato lutto e dolore in alcune chiese»; e poi aveva manifestato «la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era in preghiera». Leggi anche: Socci, la vergogna sulla strage di cristiani in Sri Lanka: "Cosa e perché ci vogliono nascondere" Un passaggio veloce all' interno di un lungo discorso in cui, tra l' altro, aveva fatto riferimento a numerose altre situazioni critiche nel mondo, dalla Libia alla Siria, dal Sudan alla Venezuela, e ricordato i 70 anni dalla prima apparizione di Pio XII in tv. Quasi un inciso, insomma, che sembrava non dare il giusto peso a una strage di così grande portata, come era stato fatto notare anche da commentatori laici quali Daniele Capezzone, per cui «l' eccidio di cristiani è stato trattato ieri da Bergoglio come una pratica da sbrigare in 30-40 secondi». All' intervento laconico del Papa si era sommato il suo silenzio sui social per tutta la giornata di domenica, che aveva fatto parlare siti come Dagospia di un doppiopesismo rispetto alla sua reazione dopo l' attentato contro i musulmani a Christchurch in Nuova Zelanda (allora era stato pronto il suo tweet di condanna per l' attacco terroristico e di preghiera per le vittime). IL TWEET Dopo un giorno però, e verosimilmente dopo le polemiche che iniziavano a montare online, ieri Bergoglio ha rotto il silenzio e scritto un tweet sulla strage: «Uniamoci anche oggi in preghiera con la comunità cristiana dello Sri Lanka colpita da una violenza cieca nel giorno di Pasqua. Affidiamo al Signore risorto le vittime, i feriti e la sofferenza di tutti #PrayForSriLanka». Un' esternazione troppo in ritardo? Forse. Ma ciò che è da contestare a Bergoglio in realtà, più che la sua prontezza nelle reazioni social - dopo tutto resta un pontefice e non un influencer - è in generale il peso non eccessivo dato nel suo magistero alle stragi di cristiani nel mondo, che spesso diventano tema secondario rispetto agli argomenti che ha più a cuore: i migranti, l' ambiente, la critica al denaro, la condanna del potere ecc. SCALETTA PASTORALE È come se la sorte dei testimoni di Cristo, e dei suoi nuovi martiri, e quindi la sorte stessa del cristianesimo non fossero in testa alla scaletta pastorale di Bergoglio, perché altri sono i problemi Di sicuro, la vita e il destino dei cristiani - e sottolineiamo la parola «cristiani» - non sono in cima ai pensieri né all' interno del dizionario dei leader mondiali di sinistra per cui, anche in occasione di un eccidio come quello dello Sri Lanka, il riferimento al cristianesimo resta tabù. Né Barack Obama né Hillary Clinton nei loro tweet, come sottolinea il giornalista de Il Foglio Giulio Meotti, chiamano le vittime degli attentati di domenica scorsa per quello che sono, ma usano un giro di parole imbarazzante. LINGUA DI LEGNO Anziché definirli cristiani, li chiamano Easter worshippers, letteralmente «santificatori di Pasqua»: impossibilitati a pregare o addirittura sterminati nei Paesi asiatici, nell' Occidente laicizzato i cristiani vengono uccisi per la seconda volta, privati perfino della dignità di essere nominati per il Dio in cui credono. E questa negazione è ancora più dolorosa perché fa il paio con la rimozione di ogni riferimento all' identità dei carnefici (guai a pronunciare le parole «islam» o «estremisti islamici») e con la solidarietà esplicita verso i musulmani quando sono questi a essere le vittime (dopo gli attacchi a Christchurch sia Obama che Clinton avevano espresso parole di vicinanza verso la «Muslim community»). Poi ti chiedi perché molti cristiani siano insofferenti verso questo Papa e molti cittadini in Occidente non ne possano più delle élite radical-chic di sinistra. di Gianluca Veneziani

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