Dopo mezzo secolo di riunioni e disccusioni la chiesa anglicana ha posto fine alle divisioni interne approvando l'ordinazione delle donne vescovo durante il Sinodo generale a York, Inghilterra. Le donne potranno dunque ricoprire l'incarico vescovile. La decisione è stata approvata con 7 a favore, due contrari e un astenuto; quella del clero con 162 voti a favore, 25 contrari e quattro astenuti, mentre la camera dei laici ha espressoo 152 favorevoli, 45 contrari e cinque astenuti. Secondo tentativo - La rivoluzionaria riforma è il frutto del fallito tentativo del 2012 quando il documento passò alla "camera" dei vescovi e del clero ma fu bloccata dal gruppo dei laici. In quell'occasione l'allora arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, si fece sentire dicendo che la chiesa aveva perso un'opportunità di "credibilità". La riluttanza inglese - Non è una novità quella del vescovo donna. In Usa, Canada, Nuova Zelanda e Australia si era già favorevoli da diversi anni, precisamente dal 1994; era la Chiesa d'Inghilterra, la casa madre della comunità anglicana che raccoglie più di 80 milioni di fedeli in 165 Paesi, che andava convinta. E oggi la conferma definitiva. La svolta storica - L'elettorato della odierna riforma era pressappoco lo stesso di due anni fa con la differenza che i vertici che hanno presieduto la discussione di oggi erano più solidi e tra loro uniti. In particolare l'attuale arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, oggi contava dell'appoggio dell'arcivescovo di York, John Sentamu. Favorevole era sempre sttato anche il premier David cameron che si era più volte dichiarato a favore delle donne vescovo, perché "riaffermano la posizione della Chiesa d'Inghilterra come una Chiesa moderna e in sintonia con la nostra società". Il ruolo della regina - Prima dell' ufficializzazione la riforma necessiterà dell'approvazione di Elisabetta II - capo formale della Chiesa d'Inghilterra - per poi tornare il 17 novembre all'esame del sinodo generale ed entrare finalmente in vigore.




