Mosca non rispetta gli accordi
Tregua fragile con la Georgia
Tregua solo apparente tra Mosca a Tbilisi. Le truppe russe infatti continuano a muoversi il giorno dopo il cessate il fuoco da parte del governo della Georgia. Il nodo strategico di Gori è ancora sotto il presidio dell'esercito della Russia che si è spinto fino a 35 km dalla capitale. Il ministero degli Interni georgiano ha accusato i militari russi e i ribelli dell'Ossezia del Sud di compiere saccheggi e di aver distrutto un ponte ferroviario. Mosca smentisce tutto e ha giustificato le azioni con la necessità di garantire la sicurezza. Continuano quindi le operazioni di guerra nella regione. Il ritiro dell'esercito da parte del governo di Putin e della presidenza di Dimitri Medvedev è stato auspicato anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. Da parte sua il presidente russo ha confermato “di essere pronto a firmare” la tregua e ha garantito che rispetterà gli impegni. Bush intanto ha nuovamente definito “inaccettabile” la presenza delle truppe moscovite, mentre Londra minaccia ripercussioni sul negoziato per la partnership tra Bruxelles e Mosca. Fonti russe hanno comunque dichiarato che Medvedev ha sottoscritto il piano di pace messo a punto dell'Unione europea con la mediazione del presidente francese Nicolas Sarkozy. Intanto l'Unhcr (Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati) ha denunciato l'impossibilità di distribuire gli aiuti umanitari agli oltre 180 mila profughi stimati, affermando che la regione è in preda a un clima di banditismo e illegalità generalizzati.