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Coronavirus, ricoverato in terapia intensiva ha un'erezione di 4 ore: il caso su cui il mondo scientifico si interroga

ROMA, 17 APR - Migliaia di camici bianchi hanno 'invaso' questa mattina piazza Montecitorio per chiedere che vengano rispettati i loro diritti. Soddisfatti per lo stop alla tassa sulle borse di studio, i giovani medici si sono comunque radunati davanti alla Camera, che oggi voterà il decreto fiscale, per chiedere al Parlamento

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Un  62enne, positivo al coronavirus, ha avuto un'erezione di 4 ore durante il ricovero in terapia intensiva all'ospedale Versailles. Una diretta conseguenza dell'infezione e delle medicine assunte per regolarizzare la pressione sanguigna del paziente. Il caso è stato pubblicato sull'American Journal of Emergency Medicine. 

 

 

Lo studio è stata eseguito da un team dell'ospedale. Secondo quanto affermano gli esperti, è una condizione più comune nei ragazzi fra i 5 e i 10 anni e negli adulti fra i 20 e i 50 anni. Ne esistono due tipi. Il più comune, detto priapismo ischemico, è associato all'incapacità del sangue di defluire dal pene, che appare rigido. Il priapismo non ischemico è invece dovuto a un flusso eccessivo di sangue nel pene, che rimane eretto ma non rigido. Il priapismo può essere associato all'assunzione di alcuni farmaci.

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