Battisti, primo verdetto
Sì all'estradizione
Cesare Battisti sarà estradato. Lo ha deciso il Tribunale Supremo del Brasile, che ha così accolto la richiesta di estradizione dell'ex terrorista. Al voto la decisione è stata presa con 5 favorevoli e 4 contrari. Lasentenza tuttavia non rende automaticamente effettiva l'estradizione: è necessaria ora una seconda sentenza che stabilisca se il presidenteLula potrà non rispettare la decisione del Tribunale. Intanto Carlos Ayres Britto, membro del Supremo Tribunal Federal (Stf), ha rivelato nuove pressioni perchè cambi il suo voto.Secondo il quotidiano Estado de S.Paulo, colleghi di Ayres Britto avrebbero rivelato che il giudice "si sente a disagio" per le forti pressioni che avrebbe ricevuto dal suo ex professore e mentore Celso Antonio Bandeira de Mello, al quale deve in buona parte la sua nomina a membro della Corte Suprema. Questi è stato chiamato a far parte del collegio di difesa di Battisti, secondo voci di corridoio del Stf, proprio per influenzare Ayres Britto. Bandeira de Mello, sullo stesso giornale, respinge sdegnosamentele insinuazioni: "Sarebbe profondamente antietico", ha affermato il giurista. Il caso - Cesare Battisti viene condannato in contumaciaall'ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commessoquattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo. Nel corso dellasua latitanza in Francia, dove benificia a lungo della dottrinaMitterrand, diventa uno scrittore di romanzi noir. Fuggesuccessivamente in Brasile, dove ottiene lo status di rifugiatopolitico. Oggi attene il giudizio definitivo del Supremo TribunalFederal - il corrispondente brasiliano della Corte costituzionaleitaliana - sull'estradizione che l'Italia chiede da decenni. Arresto e fuga - Nel 1979 Battistiviene arrestato nell'ambito di un'operazione antiterrorismo di vasteproporzioni e detenuto nel carcere di Frosinone, a seguito diun'istruttoria che si basava, in parte, sulle dichiarazioni di alcunipentiti. Il 4 ottobre 1981 Battisti riesce ad evadere e a fuggire in Francia. Percirca un anno vive da clandestino a Parigi, poi fugge in Messico. Lìinizia a scrivere, essendo uno dei fondatori della rivista culturale"Via Libre". Termina il primo romanzo, pubblicato, a sua insaputa, daun amico che si spaccia per l'autore — o almeno questo sostiene lostesso Battisti. Durante la sua latitanza messicana, i giudiciitaliani lo condannano in contumacia all'ergastolo perché giudicatoresponsabile dei quattro omicidi e di varie rapine. "Non estradabile" -Nel 1990 decide di tornare a Parigi. Nella capitale francese frequentala comunità di latitanti italiani che lì risiede grazie alla dottrinaMitterrand. Intanto termina un romanzo e vive traducendo in italianoracconti di autori noir francesi, tra i quali Didier Daeninckx eJean-Patrick Manchette. Poco tempo dopo venne arrestato a seguito diuna richiesta di estradizione del governo italiano. Nell'aprile 1991,dopo quattro mesi di detenzione, la Chambre d'accusation di Parigi lodichiarò non estradabile. La seconda richiesta di estradizione - La magistratura italiana richiede nuovamente la sua estradizione, che viene concessa dalle autorità francesi il 30 giugno 2004:poco prima il presidente Jacques Chirac, successore di Mitterrand,aveva palesato il suo consenso all'estradizione in Italia in caso diesito negativo del ricorso in Cassazione presentato dai legali diBattisti. Il Consiglio di Stato francese e la Corte di Cassazione, condue successive decisioni sulla richiesta di estradizione, autorizzanola consegna di Battisti alle autorità italiane. A seguito di tale provvedimento francese Battisti si rese latitante, lasciando la Francia e facendo perdere le sue tracce. Il Brasile - Viene arrestato a Copacabana, in Brasile, il 18 marzo 2007,a seguito di indagini congiunte di agenti francesi e carabinieri delRaggruppamento Operativo Speciale. Il 13 gennaio 2009, il Brasile hadeciso di accordare lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti.Il Tribunale Supremo Federale ha bloccato la scarcerazione di Battistie il Procuratore generale della Repubblica Brasiliana Antonio Fernandode Souza, che nel 2008 si era espresso a favore dell'estradizione,cambia idea, considerando legittima e costituzionale la decisione delgoverno brasiliano e chiedendo quindi l'archiviazione del processo diestradizione.