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Coronavirus, vaccinazioni a tappeto ma tornano a salire i contagi. Il caso Usa: inquietante presagio per l'Italia

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"Nonostante la campagna vaccinale a ritmi record, 21 Stati Usa hanno visto crescere recentemente di almeno il 10% il numero di contagi da Covid-19, in gran parte per l’allentamento o la revoca delle restrizioni". Lo scrive il New York Times citando dei dati: al 16 aprile gli Stati Uniti hanno registrato una media di circa 70 mila casi al giorno, una crescita dell′8% nel giro di 14 giorni, con un aumento anche dei ricoveri (+9%). I decessi tuttavia sono calati del 12% in questo periodo.

 

 

 

 

L’aumento degli spostamenti, un rilassamento delle restrizioni e soprattutto, sostengono i funzionari sanitari federali e statali, la diffusione di varianti più contagiose, come la B.1.1.7, rintracciata inizialmente in Gran Bretagna e ritenuta il 60% più contagiosa dell’originale, che sarebbe la più diffusa ora negli Stati Uniti e complicherebbe così i piani del presidente Biden che ha voluto dare una accelerata alla campagna di vaccinazione, proprio per poter far ripartire il Paese.

 

 

 

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In Michigan, secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention, sarebbe all’origine del 57% dei contagi, in Pennsylvania del 28%, in Tennessee addirittura del 60%: la variante sarebbe però molto diffusa in tutti gli Stati più colpiti, come New York e New Jersey, dove tocca il 30%. Il presidente aveva annunciato che per il 19 aprile, "il 90% degli adulti sarà idoneo alla vaccinazione. Non dovrete aspettare fino al primo maggio". Poi aveva stabilito che, "il 90% degli statunitensi vivrà entro 5 miglia da un luogo dove potrà farsi vaccinare", aveva scritto su Twitter Biden. Infine il presidente Usa aveva invitato a non abbassare la guardia: “Siamo in guerra con questo virus e stiamo rafforzando le difese, ma la guerra non è ancora vinta. Non è questo il momento di festeggiare". Ma i dati di questi ultimi giorni non gli stanno dando tanta ragione.

 

 

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