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Vladimir Putin, misure estreme in carcere: "Detenuti obbligati", roba alla Stalin

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Il Covid ha costretto un gran numero di operai stranieri a lasciare la Russia e molti cantieri sono così rimasti a corto di personale. Così per completare la costruzione della seconda linea della ferrovia Bajkal-Amur (Bam)  il sistema carcerario russo su ordine di Vladimir Putin ha deciso far lavorare anche i detenuti. A giugno è stata siglata un'intesa per il lavoro dei detenuti nella costruzione della nuova linea nella regione orientale di Khabarovsk. "Non sarà un gulag, ci saranno condizioni nuove, assolutamente dignitose", ha assicurato il direttore del servizio penitenziario, Aleksandr Kalashnikov. Però alcuni difensori dei diritti umani hanno il timore che i diritti dei detenuti possano essere calpestati. "Se ciò accadrà, non ho dubbi che si tratterà di un lavoro forzato e malpagato", dice a Bloomberg Svetlana Gannushkina, tra i fondatori di Memorial.

 

 

 

La Bam è specie di seconda Transiberiana e va per oltre 4.000 chilometri nelle regioni centrali e orientali della Russia collegando la Siberia alle sponde del Mar del Giappone. Ai tempi di Stalin furono infatti impiegati centinaia di migliaia di prigionieri dei gulag, costretti a lavorare in condizioni terribili tra fame, freddo e stenti, ricorda la Stampa. Si stima che nel secolo scorso decine di migliaia di persone siano morte durante la costruzione di questa strada ferrata. "Il gulag è innanzitutto disumanità e totalità e adesso questi due aspetti non ci sono. Io non farei paragoni col gulag, però possiamo parlare di tendenze", spiega lattivista di Memorial Sergey Krivenko.

 

 

 

"Quello che ci preoccupa di più è che invece di cancellare i lavori sotto costrizione sostituendoli col lavoro volontario si allarghi il coinvolgimento dei detenuti che possono essere impegnati in lavori pesanti. Formalmente - afferma Krivenko - le autorità possono anche presentare dichiarazioni in cui i detenuti dicono che vanno a lavorare alla linea ferroviaria di loro spontanea volontà, ma noi non sappiamo come sono state ottenute queste dichiarazioni e se c'è stata una costrizione, perché si tratta di un sistema chiuso". Secondo la legge russa, i detenuti possono lavorare volontariamente sia dentro il carcere sia fuori in cambio di un salario e solitamente della promessa di uno sconto di pena.

 

 

 

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