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Afghanistan, ragazzino morto incastrato nel carrello dell'aereo. Sconvolgente: chi era, perché fuggiva dai talebani

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L'immagine degli uomini aggrappati all'aereo Usa in Afghanistan e poi precipitati nel vuoto dopo il decollo rimarrà impressa a lungo nelle nostre menti. Si tratta di una vicenda che ha sconvolto l'opinione pubblica mondiale: persone nella disperazione più totale, che al regime talebano - ormai presente in tutto il Paese - hanno preferito un viaggio impossibile. Ma chi erano quelle persone e cosa le ha spinte a un gesto così estremo? Stando a quanto riportato su Twitter da un vicino di casa, scrive il DailyMail, si tratterebbe di due ragazzini di 16 e 17 anni.

I due adolescenti si erano issati sui fianchi dell’aereo mentre stava decollando. Dopo il decollo, però, non ce l'hanno fatta e sono caduti nel vuoto da centinaia di metri. L’aeronautica statunitense, dal canto suo, ha voluto precisare che i piloti hanno deciso di decollare, nonostante il grosso rischio per chi si era arrampicato ai lati, perché il jet era circondato e la sicurezza era in pericolo. 

 

 

 

 

Era un adolescente anche il giovane afghano rimasto intrappolato nel carrello di atterraggio del volo americano. Non aveva mai conosciuto il regime dei talebani, il cui emirato è finito nel 2001, e per questo tentava la fuga. I suoi resti sono stati scoperti nel vano ruota del jet C-17 una volta che è atterrato in Qatar. Si chiamava Zaki Anwari ed era un promettente calciatore. Si era catapultato all'aeroporto poche ore dopo che Kabul era caduta in mano ai talebani, unendosi a migliaia di altri ragazzi. Aveva frequentato la prestigiosa Esteqlal High School francofona, a Kabul, ed era stato convocato nella nazionale giovanile a 16 anni. In un commovente ultimo post su Facebook, Anwari aveva scritto: "Sei il pittore della tua vita. Non dare il pennello a nessun altro!".

 

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