Nipote di Stalin querela radio
"Diffamò il nonno"
«Per difendere l'onore e la dignità del nonno», il nipote di Stalin, Ievgheni Dzhungashvili, ha presentato una nuova querela. Questa volta le accuse sono rivolte alla radio Eco di Mosca, alla quale Dzhungashvili ha chiesto 10 milioni di rubli (227 mila euro), per un programma dello scorso 16 ottobre. In quell'occasione il conduttore della trasmissione, Matvei Ganapolski, aveva letto alcune frasi tratte dal libro “Staliniada” di Iuri Borev: «Stalin ha firmato un decreto: che i bambini potevano essere fucilati come nemici del popolo a partire da 12 anni». E Ganapolski aveva risposto alle citazioni con commenti ritenuti diffamanti: «Quale bastardo osa dire una sola parola in sua difesa?». Dzhungashvili ha chiesto al tribunale di riconoscere tali frasi come «inventate, false e diffamatorie dell'onore e della dignità di Stalin». In precedenza il nipote del dittatore aveva presentato un'analoga querela contro Novaia Gazeta, il giornale che fu di Anna Politkovskaia, per un articolo sui crimini da lui commessi nei confronti di milioni di cittadini sovietici e di migliaia di ufficiali polacchi a Katyn nel 1940. Il tribunale però gli diede torto, con una sentenza confermata questo mese anche in appello.