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Ratzinger, siluro sulle nozze gay: "Contro le culture dell'umanità". Siluro anche contro Papa Francesco?

di Maurizio Zottarelli mercoledì 15 settembre 2021

3' di lettura

La notizia forse non troverà molta eco sulla stampa progressista. Ma quella che è uscita ieri dalle stanze vaticane è un'esplosione che risuona fragorosa sul dibattito di fine estate che sonnecchia ancora intorno al ddl Zan e sull'europarlamento che chiede che le nozze gay siano riconosciute in tutta Europa. «Il concetto di matrimonio omosessuale è in contraddizione con tutte le culture dell'umanità che si sono succedute sino a oggi, e significa dunque una rivoluzione culturale che si contrappone a tutta la tradizione dell'umanità sino a oggi». A scriverlo è il Papa emerito Benedetto XVI che torna a far sentire la sua voce, proprio sul tema delle nozze gay, con un testo inedito, consegnato lo scorso aprile e intitolato "Rendere giustizia di fronte a Dio del compito affidatoci per l'uomo", inserito in un volume pubblicato da Edizioni Cantagalli, La vera Europa Identità e Missione, in uscita domani.

BERGOGLIO CONFERMA - Parole che più nette non potrebbero essere, proprio mentre in molti forse auspicavano, tra una tiratina di tonaca pontificia e l'altra, che il Papa sostenesse in qualche modo la battaglia dei diritti omosessuali. Invece, va detto che il volume, curato e tradotto dal professor Pierluca Azzaro (curatore dell'opera omnia di Ratzinger), a scanso di equivoci, vede anche la prefazione di Francesco. Un messaggio chiaro e forte, quindi, dal ritiro di Mater Ecclesiae, con Benedetto XVI lancia un ultimo accorato appello affinché l'Europa riscopra e riaffermi la sua vera origine e identità che l'hanno resa modello di bellezza e umanità. «Il tema matrimonio e famiglia ha assunto una nuova dimensione che non si può certo ignorare», scrive Benedetto XVI. «Si assiste a una deformazione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico».

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Benedetto XVI sottolinea che nei secoli anche nelle diverse culture non è mai stato messo in dubbio il «fatto che l'esistenza dell'uomo - nel modo di maschio e femmina - è ordinata alla procreazione» e che «la comunità di maschio e femmina e l'apertura alla trasmissione della vita determinano l'essenza di quello che è chiamato matrimonio». Proprio nel giorno in cui gli eurodeputati chiedono l'accettazione da parte di tutti gli Stati membri di ogni tipo di matrimonio e di famiglia, Ratzinger riporta la questione nei confini originari del rapporto tra uomo e donna e di procreazione. Anzi, secondo Benedetto XVI, la frattura si è verificata con l'introduzione della pillola anticoncezionale che ha reso «possibile in termini di principio la separazione tra fecondità e sessualità». Un passaggio che ha trasformato la coscienza degli uomini, aprendo la via alla equiparazione di ogni forma di sessualità, a una fecondità senza sessualità e, di conseguenza alla «creazione dell'uomo razionalmente». Una posizione strumentale, secondo il Papa emerito, che minaccia di mettere a rischio l'uomo stesso. Al punto da indurre Benedetto XVI a parlare della necessità di una «ecologia» che protegga l'umanità. In un'epoca di massima attenzione al pianeta e ai suoi abitanti, l'unica natura che rischia di essere travolta, paradossalmente, è proprio quella dell'uomo. «Anche l'uomo possiede una natura che gli è stata data, e il violentarla oil negarla conduce all'autodistruzione» scrive Ratzinger. «Proprio di questo si tratta anche nel caso della creazione dell'uomo come maschio e femmina, che viene ignorata nel postulato del matrimonio omosessuale».

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DALL'INIZIO ALLA FINE - Un pericolo autodistruttivo che Benedetto XVI rileva lucidamente anche nel perseguimento di una morte pianificata e calcolata. «In questo senso, la crescente tendenza al suicidio come fine pianificata della propria vita è parte integrante del trend descritto». Insomma, o l'uomo è creatura di Dio, è immagine di Dio, è dono di Dio, oppure l'uomo è un prodotto che egli stesso crea. Ma in questa «autocreazione» e, di conseguenza, in questa rinuncia all'idea della creazione, c'è anche la perdita della grandezza dell'uomo, della sua dignità «che è al di sopra di ogni pianificazione». Una rinuncia alla propria natura di «figli di Dio», che, in qualche modo, ricorda la rinuncia da parte dell'Europa delle proprio radici cristiane, a suo tempo così duramente condannata da Benedetto XVI. E ora, dopo aver ridotto i propri popoli a pura espressione economica, Bruxelles sembra puntare ad appiattire i propri cittadini alla semplice dimensione di prodotto commerciale, dalla culla alla tomba.

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