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Cina, il gioco sporco di Xi Jinping: i comunisti travolti dalla crisi economica cercano la guerra con Taiwan

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Maurizio Stefanini
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Più il modello economico cinese va in crisi, più crescono le minacce a Taiwan. Dopo il caso Evergrande,anche unaltro colosso immobiliare locale è andato in default. Vale infatti ben 205,7 milioni di dollari il bond in scadenza lunedì che non è stato saldato da Fantasia Holdings Group. In più la società immobiliare Country Garden Services Holdings ha informato che la stessa società non ha rimborsato altri 700milioni di yuan di prestiti scaduti lunedì: 205,7 milioni di dollari. Insomma, Fantasia non ha proprio più la fantasia di pagare!

Con 11 miliardi di buco, il suo problema non è che una goccia rispetto ai 262miliardi del debito di Evergrande, che in Borsa ha sospeso il suo titolo dal 29 settembre, dopo aver perso in un anno oltre il 58 per cento del suo valore. Ma dà l’idea di un effetto a catena:e non solo in un immobiliare gonfiato da città fantasma costruite per pompare le cifre di crescita senza alcuna richiesta di mercato, vista pure l’altra crisi energetica per cui non solo si interrompono le catene di montaggio, ma si spengono i semafori e si fermano gli ascensori.   

 

 

 

Eppure, proprio mentre il combustibile dovrebbe essere più che mai centellinato, il regime comunista trova invece carburante per continuare a inviare aerei militari nello spazio aereo di Taiwan. Cinquantasei lunedì, quarto giorni consecutivo di incursioni. Dall’inizio di ottobre gli aerei che hanno ripetuto la provocazione sono stati già 149, dopo i 117 che erano stati mandati a settembre. Dall’attacco argentino alle Falkland a quello di Saddam al Kuwait, è un copione noto quello di un regime autoritario che cerca di distrarre da difficoltà economiche con una avventura militare.

 

 

 

 

La presidente di Tiwan Tsai Ing-wen ha risposto con un articolo su Foreign Affairs in cui avverte: l’eventuale caduta di Taiwan per mano della Cina avrebbe conseguenze «catastrofiche per la pace regionale e il sistema di alleanze democratiche. Segnalerebbe che nel contesto globale dei valori odierni, l’autoritarismo può avere la meglio sulla democrazia».

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