Iran, si sfiora la guerra civile
"Impiccate gli oppositori"
Questa mattina il presidente iraniano Ahmadinejad ha avvertito l'opposizione che "non servirà il pentimento e non ci sarà ritorno" il giorno in cui la nazione "si muoverà come un grande oceano" contro di essa. E oggi pomeriggio l'ayatollah Ahmad Alamolhoda rincara la dose contro chiunque si opponga al governo. "Se chi protesta non cambierà atteggiamento dovrà essere trattato alla stregua di un mohareb (nemico di Dio)", punibile con la pena di morte per impiccagione, ha detto rivolto ai manifestanti riformisti l'ayatollah. "Il tempo della tolleranza è finito", ha tuonato invece il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, preannunciando che contro almeno alcuni degli oppositori arrestati durante manifestazioni di piazza sarà mossa un'accusa da pena di morte. "Accecheremo l'occhio della sedizione", ha affermato Ahmadi-Moqaddam in una conferenza stampa. "Chiunque verrà arrestato in queste manifestazioni - ha aggiunto - sarà trattato con severità, da criminale. Le azioni di coloro che prendono parte ai raduni e creano insicurezza saranno considerate Moharebeh".