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Ivan Fedorov, il sindaco di Melitopol rapito dai russi. Zelensky, "sparito e torturato": una fine atroce

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Inquietanti sviluppi sulla sorte di Ivan Fedorov, il sindaco ucraino di Melitopol incappucciato e rapito dai soldati russi durante l'assalto militare alla città. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato la "nuova soglia del terrore di Mosca", rivelando che il giovane primo cittadino della città tra Crimea e Dnipro, uno degli snodi cruciali nel Sud del Paese, è ancora nelle mani degli invasori: "Lo stanno torturando e lo costringeranno a registrare un messaggio in loro sostegno".

 

 



Fedorov è scomparso da due giorni, mentre sulle coste del Mar d'Azov e verso Sud, a Odessa sul Mar Nero, imperversa l'offensiva russa su truppe e civili ucraini, con città sottoposte ad assedi di stampo letteralmente medievale. Un video di sorveglianza pubblicato sui social mostra il sindaco incappucciato con un sacchetto nero calato in testa, circondato dalle truppe speciali di Vladimir Putin, e portato via. Dove, ancora, non si sa. Il capo di imputazione, se così si può dire, è quello di "terrorismo". Questo perché Fedorov si sarebbe rifiutato di ammainare la bandiera ucraina e firmare, di fatto, la resa della città. 

 

 

 


La versione ufficiale del Cremlino, ripetuta anche dal presidente Putin nel colloquio telefonico di 75 minuti con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, è d'altronde sconcertante nella sua laconicità: Mosca chiede agli occidentali di far cessare "gli attacchi nazionalisti" di Kiev, che impedirebbero l'evacuazione dei civili.

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