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Chernobyl, un soldato russo ha toccato una scoria radioattiva a mani nude: che fine ha fatto

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L'occupazione di Chernobyl potrebbe costare all'esercito russo decine di morti. E' la "maledizione" della centrale nucleare diventata tristemente famosa nel mondo per il devastante incidente dell'aprile 1986, con livelli di radiazione ancora oggi costantemente sotto osservazione. La zona intorno, la cosiddetta Foresta Rossa, è il territorio più contaminato del pianeta e l'esercito di Putin, dopo aver scavato trincee e pranzato al sacco nell'area, ha pensato bene di entrare nella centrale senza de-contaminare gli indumenti. Risultato: secondo quanto risulta da un reportage della Cnn, la tv americana entrata a Chernobyl dopo la ritirata degli invasori, nelle stanze occupata dai russi i livelli radioattivi sono ben oltre la normalità. 

 

 

 

Ma c'è di più. Secondo gli inviati di Cnn, Bbc e New York Times, i soldati russi non avrebbero rispettato nemmeno le più basilari regole di sicurezza dentro la struttura. Stanno facendo il giro del mondo le parole del ministro dell'Energia ucraino, German Galushchenko, secondo cui i soldati russi che hanno scavato quelle trincee "hanno non più di un anno di vita". Secondo il NY Times, inoltre, un soldato russo avrebbe trattato a mani nude una fonte radioattiva - una fonte di cobalto-60 - presente in uno dei depositi di rifiuti nucleari, "esponendosi a un livello di radiazioni tali, in pochi secondi, che il contatore Geiger è impazzito". Difficile non ipotizzare per lui conseguenze fisiche drammatiche.

 

 

 

 

Durante l'occupazione dell'esercito nemico, tra l'altro, i tecnici ucraini hanno ammesso di aver dovuto rubare il carburante al nemico per evitare che si spegnesse l'elettricità nell'impianto. "Senza energia elettrica, la situazione sarebbe diventata catastrofica", rivela alla Bbc Oleksandr Lobada, supervisore della sicurezza. "Avrebbe potuto essere rilasciato del materiale radioattivo".

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