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Iran, "non leggete il Corano": prima di essere impiccato...

Renato Farina
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Ieri, finalmente, i più importanti giornali del mondo si sono inchinati davanti a Majidreza Rahnavard. Questo ragazzo ventitreenne di Mahhsad-Ali, una città di oltre tre milioni di abitanti il cui nome significa "il Santuario di Ali", era stato suppliziato lunedì nella maniera più tremenda che possa esistere: l'impiccagione lenta, con un'agonia che fa contorcere il corpo per cercare aria, l'analogo contemporaneo delle crocifissioni antiche. Ho rivisto in Majidreza, appeso al braccio della gru, e in sua mamma e nelle parenti davanti al loro ragazzo morente, quel a accadde sul Calvario. Ne ho dato conto su Libero. Un altro Cristo, un'altra Maria. Dare la vita perché la vita vale solo se data per qualcosa di più importante della vita:la libertà, la verità, il valore infinito di chi è minimo.

 


RIVOLUZIONE LIBERALE?
Che cosa è successo nei giorni seguenti? Come previsto, obbedendo alla tecnica del terrore progressivo, i capi sacerdotali del regime hanno diffuso il filmato dove, per benevola concessione dei boia, al ragazzo bendato viene concesso di comunicare il suo estremo pensiero al mondo. Lo studente, consapevole di quale morte morirà, con un coraggio che lo trasfigura, come fosse già in paradiso a dispetto dei barbuti assassini, dice non come un invasato fanatico, ma con amarezza e tristezza: «Non piangete, non pregate, non leggete il Corano. Voglio che suoniate musica allegra».


Tutto questo è stato tradotto come sintesi delle aspirazioni più pure e autenticamente rivoluzionarie dei giovani del pianeta, rappresentati da Majidreza. Un inno al liberalismo. Dissento da questa interpretazione, magnificamente espressa da Mattia Feltri sulla Stampa. Non credo che il sacrificio supremo valga il prezzo di un «lampo purissimo di pensiero liberale». Dev' esserci qualcosa di molto più profondo, qualcosa che penetra le viscere del cosmo e ricompone il caos. Mi chiedo: hanno tanto forza le menzogne islamiche da farci credere che in loro risieda il vero volto di Dio, al punto da riuscire a cancellare il senso anche della preghiera di quelle pie donne persiane? Pensiamo veramente che Majidreza abbia voluto rinnegare il grido all'Altissimo del loro grembo?

 

 


DIO È MORTO COME TE
Con i torturatori ghignanti non si può né si deve discutere. I carnefici sono pula dispersa dal vento. Non sono importanti loro: che anneghino nel loro odio sacrilego succhiato da un dio a loro immagine. Da qui il favoloso sberleffo di questo purissimo martire della libertà. Martire vuol dire testimone, uno che versa la vita. Vorrei inviargli un messaggio dove sono certo gode dell'eternità un tipo come lui. «Amico e fratello Majidreza, ora lo sai, Dio non è così, Dio è morto come te e per te. I tuoi persecutori mentono su tutto, sulla libertà, sul valore della donna, su che cosa sia giustizia. Preferisco pensare che le tue parole siano un ricalco, o come si dice oggi, una cover delle parole del Nazareno sulla via del Golgotha: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli". Forse parlavi alle madri di tutto il mondo». 

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