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Meloni, l'accordo sul gasdotto: come tagliamo fuori Macron

 Emmanuel Macron  

Mauro Zanon
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La tournée algerina del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, nel quadro del “Piano Mattei” per l’Africa, è stata un successo non solo dal punto di vista politico e diplomatico, ma anche sul piano energetico. Ieri, al El Mouradia, sede della presidenza della Repubblica algerina, Eni e Sonatrach, ossia il gigante degli idrocarburi italiano e la compagnia petrolifera statale del Paese nordafricano, hanno firmato due memorandum di intesa per rafforzare la collaborazione tra Roma e Algeri nel settore dell’energia e permettere all’Italia di sottrarsi progressivamente alla dipendenza dal gas russo. «Oggi l’Algeria è il nostro principale fornitore di gas. Sono state firmate due intese da Eni e la sua omologa algerina, un’intesa per ridurre le emissioni di gas serra, quindi per uno sviluppo sostenibile, e l’altra per giungere a un incremento delle esportazioni di gas dall’Algeria all’Italia e all’Ue, la realizzazione di un nuovo gasdotto per l’idrogeno, la possibilità di fare gas liquefatto, insomma un meccanismo di mix energetico che individuiamo come possibile soluzione alla crisi in atto», ha dichiarato Giorgia Meloni durante la conferenza stampa congiunta col presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune.

 

 

 

LE INTESE

La firma dei memorandum è stata apposta dai rispettivi amministratori delegati di Eni e Sonatrach, Claudio Descalzi e Toufik Hakkar. Il primo dei due memorandum mira a individuare le migliori opportunità per incrementare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l’Italia, attraverso un aumento della capacità di trasporto del gas esistente e di produzione di gas liquefatto, nonché la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno. Il secondo accordo punta a identificare congiuntamente le possibili attività per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in Algeria, e le migliori tecnologie da utilizzare.

La notizia più importante è sicuramente l’accordo sulla costruzione di un nuovo gasdotto che collegherà l’Algeria alla Sardegna e trasporterà gas, elettricità, ma soprattutto idrogeno verde, settore in cui l’Italia vuole essere leader in Europa in termini di esportazioni. Lo stesso presidente algerino ha confermato che l’infrastruttura servirà a Roma per diventare uno snodo energetico in tutto il continente europeo, sottolineandone l’importanza: «È diversa da quelle che esistono già oggi perché riguarda gas, idrogeno, ammoniaca ed elettricità».

Il progetto si chiamerà Galsi (Gasdotto Algeria Sardegna Italia) e sarà lungo 284 chilometri. La profondità massima sarà di 2.880 metri e collegherà il porto algerino di Koudiet Draouche, nel nord-est dell’Algeria, a quello di Porto Botte, nel sud-ovest della Sardegna. Da lì partirà una sezione onshore diretta a Olbia, poi un altro metanodotto sottomarino si snoderà fino a Piombino, in Toscana, dove avverrà il collegamento con tutta la rete italiana. I tempi per la realizzazione del gasdotto «dipenderanno dai tecnici», ha dichiarato Tebboune, ma ormai «siamo d’accordo».

 

 

 

L’ALTRA ROTTA

L’annuncio del gasdotto italo-algerino Galsi è avvenuto negli stessi giorni in cui il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, riuniti a Parigi per celebrare i sessant’anni del Trattato dell’Eliseo, hanno dichiarato che la pipeline H2Med, che trasporterà idrogeno verde e collegherà Portogallo, Spagna e Francia, sarà estesa fino alla Germania. «Abbiamo deciso di allargare il progetto H2Med, che grazie a dei finanziamenti europei collegherà Portogallo, Spagna e Francia anche alla Germania», ha dichiarato domenica Macron, prima di aggiungere: «Berlino sarà un partner importante per questa infrastruttura essenziale». Il progetto, che potrebbe essere operativo nel 2030, sarà in grado di trasportare due milioni di tonnellate di idrogeno all’anno e si pone come principale concorrente del futuro Galsi. Macron ha ribadito più volte la sua volontà di trasformare la Francia nel Paese leader dell’idrogeno verde, ma il premier italiano non sta a guardare e anzi approfitta dell’attuale crisi diplomatica tra Parigi e Algeri per diventare il principale partner europeo dell’Algeria: Paese imprescindibile per diventare l’hub energetico dell’Europa. 

 

 

 

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