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Usa e Cina, è scoppiata la guerra in fondo al mare: chi sta vincendo

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Maurizio Stefanini
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In fondo in fondo, anzi proprio sommersa, un’altra guerra si sta scatenando tra Cina e Stati Uniti. Un conflitto profondo, nel senso che riguarda i cavi sottomarini che permettono a Internet di funzionare in tutto il pianeta, e il timore che la Cina se inizia a metterci le nani sopra potrebbe mettersi a spiare anche là, come è accusata di fare con TikTok. L’ultima battaglia si è conclusa a febbraio, quando la società statunitense di cavi sottomarini SubCom LLC, con sede nel New Jersey, ha iniziato a posare un cavo di oltre 12.000 miglia di fibra e da 600 milioni di dollari, per trasportare dati dall'Asia all'Europa lungo il fondo marino attraverso l'Africa e il Medio Oriente, a velocità superveloci, battezzato South East Asia-Middle East-Western Europe 6, o SeaMeWe-6 in breve, collegherà una dozzina di paesi mentre si snoda da Singapore alla Francia, attraversando tre mari e l’Oceano Indiano. Dovrebbe essere terminato nel 2025. Committente è un consorzio tra una dozzina di società tra cui la statunitense Microsoft Corp, la Società di telecomunicazioni francese Orange SA, e i tre vettori statali cinesi China Telecommunications Corporation (China Telecom), China Mobile Limited e China United Network Communications Group Co Ltd (China Unicom).

 

 


CONTRATTI DA CENTINAIA DI MILIONI
Ma tre anni fa il contratto stava per essere aggiudicato alla società cinese HMN Technologies Co Ltd, di proprietà maggioritaria del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei Technologies Co Ltd, e grazie ai forti sussidi con cui Pechino ne aveva abbassato i costi. La sua offerta, di 500 milioni di dollari, era infatti circa un terzo in meno rispetto alla proposta iniziale presentata da SubCom con sede nel New Jersey al consorzio. L’assegnazione lo avrebbe consolidato come il costruttore di cavi sottomarini in più rapida crescita al mondo, estendendo inoltre la portata globale delle tre società di telecomunicazioni cinesi coinvolte.

 

 


Ma il governo degli Stati Uniti, preoccupato per il potenziale spionaggio cinese su questi cavi di comunicazione sensibili, ha manovrato con decisione per far passare il contratto a SubCom attraverso incentivi e pressioni sui membri del consorzio. Reuters dice di aver ricostruito un episodio del genere per la prima volta, ma ha dettagliato che sono almeno sei gli accordi privati di cavi sottomarini nella regione Asia-Pacifico in cui negli ultimi quattro anni il governo degli Stati Uniti è intervenuto per impedire a HMN Tech di vincere quell’affare o ha costretto il reindirizzamento o l'abbandono dei cavi che avrebbero collegato direttamente gli Stati Uniti e territori cinesi. Una lotta evidentemente dura ma che tutti devono essere interessato a mantenere segreta, dal momento che nessuno dei soggetti coinvolti che è stato consultato ha voluto fare commenti o dichiarazioni sulla cosa, pur sollecitato.
Secondo TeleGeography, società di ricerca sulle telecomunicazioni con sede a Washington, in tutto il mondo sono più di 400 i cavi che corrono lungo il fondo del mare, trasportando oltre il 95% di tutto il traffico Internet internazionale: dalle e-mail alle transazioni bancarie e ai segreti militari. Il tutto altamente vulnerabile ad attacchi di sabotaggio e spionaggio, hanno detto a Reuters un funzionario del governo degli Stati Uniti e due analisti della sicurezza.


La possibilità che i cavi sottomarini finiscano di mezzo in uno scontro tra Cina e Taiwan è stata evidenziata il mese scorso, quando sono stati tagliati due cavi di comunicazione che collegavano Taiwan con le isole Matsu, da essa controllate pur se vicino alla costa continentale. I 14.000 residenti delle isole sono così rimasti disconnessi da Internet. Le autorità taiwanesi hanno manifestato il forte sospetto che ci fosse lo zampino di un peschereccio e un mercantile della Repubblica Popolare, pur ammettendo di non avere prove.
Anche le intercettazioni sono una preoccupazione, dal momento che le agenzie di spionaggio possono facilmente attingere ai cavi che passano per il loro territorio. Secondo quanto ha spiegato a Reuters Justin Sherman, membro del think tank di Washington Cyber Statecraft Initiative of the Atlantic Council, i cavi sottomarini sono «una miniera d'oro» per le intelligence. «Quando parliamo di concorrenza tecnologica USA-Cina, di spionaggio e acquisizione di dati, i cavi sottomarini sono coinvolti in ogni aspetto di quelle crescenti tensioni geopolitiche», ha detto.


SPIONAGGIO E TECNOLOGIA
Due dei progetti su cui il governo Usa è intervenuto riguardavano cavi che erano già stati fabbricati e posati per migliaia di miglia attraverso l'Oceano Pacifico. I colossi tecnologici statunitensi Google LLC, Meta Platforms Inc e Amazon.com Inc sono stati i principali investitori in almeno uno, o nel caso di Meta in entrambi, di quei cavi, secondo gli annunci pubblici fatti sui progetti. I ritardi e il reindirizzamento dei cavi sono costati a ciascuna di queste società decine di milioni di dollari in entrate perse e costi aggiuntivi, hanno affermato quattro fonti che hanno lavorato ai progetti. Ma il tutto fa parte dello sforzo più ampio a Washington per tenere a freno la Cina mentre Pechino si sforza di diventare il principale produttore mondiale di tecnologie avanzate di tutti i tipi: dai sottomarini ai chip semiconduttori passando per l’intelligenza artificiale o i droni. La Cina sta potenziando il suo arsenale militare con armamenti sofisticati. Ed è diventata sempre più risoluta nel contrastare l'influenza degli Stati Uniti in tutto il mondo attraverso accordi commerciali, armi e infrastrutture che stanno attirando ampie aree del globo nella sua orbita.

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