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Israele, "non più sostenibile": Putin e Lavrov, le mani sul Medio Oriente

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"Lo status quo in Medio Oriente non è più sostenibile". Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov chiarisce, in poche battute, la posizione di Mosca sul sanguinoso ultimo atto del conflitto tra Israele e Hamas. Il presidente Vladimir Putin e il Cremlino hanno ormai un filo diretto con l'Iran, il principale sostenitore dei palestinesi e della loro strategia terroristica contro Tel Aviv, un filo diretto rafforzato dalla guerra in Ucraina.

Lavrov ha più volte dichiarato negli ultimi mesi la volontà della Russia di rovesciare "l'ordine mondiale" che vede negli Stati Uniti e nell'Occidente il cardine di ogni equilibrio acquisito. Il Medio Oriente, in questa fragilissima costruzione, peraltro pericolante, rappresenta la chiave di volta cruciale. Incontrando a Mosca il segretario generale della Lega araba Ahmed Abu al-Gheit, Lavrov ha speso parole per certi versi inquietanti: quanto accade in Medio Oriente è "una svolta netta senza precedenti nel confronto israelo-palestinese, che ha confermato ancora una volta che l'attuale status quo nella zona di conflitto è semplicemente impraticabile".

La Russia, spiega il braccio destro di Putin, è pronta a contribuire a una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, sottolineando la necessità di prestare attenzione alle cause che hanno determinato l'attuale situazione. Tradotto fuori dal linguaggio diplomatico, Mosca di fatto mette sotto accusa Israele e il suo alleato americano. "Sono fiducioso che la Russia e la Lega degli Stati arabi, tutti membri di questa organizzazione, possano e debbano contribuire a risolvere i problemi, prima di tutto, a fermare lo spargimento di sangue e a porre fine alle sofferenze dei civili", ha commentato il capo della diplomazia di Mosca. "Siamo pronti a farlo insieme a voi, insieme a tutti gli altri paesi che sono sinceramente interessati a stabilire una pace sostenibile in Medio Oriente e a garantire la sicurezza di tutti i paesi della regione senza eccezioni, compreso lo Stato di Palestina, la cui creazione è richiesta da una decisione del Consiglio di Sicurezza" dell'Onu.

"E' necessario non solo fermare urgentemente i combattimenti, risolvere il problema dei civili che, in gran numero, stanno diventando vittime della situazione attuale, ma anche prestare particolare attenzione alle ragioni per cui il problema palestinese non è stato risolto per molti decenni, nonostante esistano decisioni dirette, chiare e inequivocabili del Consiglio di sicurezza dell'Onu".

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