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Bibi Netanyahu, è arrivata la sua fine (ma occhio a crederci troppo)

Giovanni Longoni
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C'era una volta un padre che aveva tre figli maschi. Il maggiore era bello intelligente e coraggiosissimo. Diventò un eroe. Il minore aveva il dono di guarire le persone e di raccontarne le loro storie. Fu un medico e uno scrittore di successo. Quello di mezzo era Bibi Netanyahu. La vicenda della famiglia di Benzion Netanyahu (storico dell'ebraismo spagnolo e segretario di Benjamin Azkin, braccio destro di Vladimir Ze'ev Jabotinskij, l’inventore del sionismo di destra) è stata raccontata più volte ma torna d'attualità per alcuni singolari parallelismi con la attuale guerra ai terroristi di Hamas. Ioni Netanyahu è morto il 4 luglio 1976 a Entebbe durante l'operazione in cui vennero liberati 102 ostaggi rapiti da una banda di terroristi palestinesi e tedeschi e tenuti prigionieri in un Paese ostile a Israele, l'Uganda.

Il tenente colonnello Netanyahu comandava il Sayeret Matkal durante il blitz e fu l'unico militare israeliano a morire quel giorno. Oggi suo fratello guida il Paese forse nella crisi peggiore dal 1948. Deve liberare centinaia di persone tenute come ostaggi in una città fortezza sotterranea. Contro di lui ha l'opinione pubblica mondiale. E sa che tutto questo sarà, come per Ioni, la sua fine, almeno politicamente parlando. È difficile immaginare cosa sarebbe potuto diventare Ioni che già in vita era considerato un uomo straordinario.

 

 

 

Però si può essere abbastanza sicuri di cosa non sarebbe stato: non sarebbe stato come Benjamin. Bibi ha studiato al Mit e ad Harvard. Ha fatto il servizio militare nelle forze speciali servendo con onore e uscendone col grado di capitano. Consulente finanziario di successo, nel 1978 entra in politica e oggi detiene il record di anni passati come premier di Israele. Per i suoi guai giudiziari è stato accostato a Berlusconi ma del Cavaliere non ha il carisma, la capacità di motivare le persone, però nemmeno certe ingenuità. No, a Bibi non la si fa. È una persona di valore ma tutti lo paragonano al Morto. E per lui non c'è mai stato scampo. Siamo senz'altro ai titoli di coda per lui. Il premier si è inimicato tutti, alleati, avversari, forze armate, Biden, parenti dei rapiti. È un uomo finito che resta al suo posto di comando. Però appunto è ancora lì, sulla poltrona più alta, e sta sradicando i terroristi da Gaza. Vuoi vedere che ce la fa anche stavolta? Gli eroi vanno in Cielo, i loro fratelli meno dotati e più furbi restano in Terra a fare politica.

 

 

 

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