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Maduro vuole annettersi la Guyana: esercito già schierato ai confini

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L’Esequibo è una regione di 160.000 chilometri quadrati dell'America del Sud situata tra il Venezuela e la Guyana. Attualmente, è amministrata dalla Guyana, ma il presidente venezuelano Maduro rivendica questa terra come sua. La disputa riguarda principalmente il fiume Esequibo, che costituisce il confine naturale tra i due paesi, ma soprattutto c'è la scoperta, nel 2015, da parte dell’azienda petrolifera statunitense ExxonMobil, di giacimenti di petrolio al largo delle coste della regione. Da allora tutto è precipitato e Maduro ha iniziato ad attaccare ogni giorno in tv "il neocolonialismo degli yankee (gli Stati Uniti, nda)" mentre l’Onu usciva dal suo letargo e chiedeva finalmente alla Corte Internazionale di Giustizia di risolvere una disputa territoriale iniziata 57 anni fa, quando l’ex Guyana britannica conquistò l’indipendenza. 

 

 

Una situazione delicata che sta registrando una ulteriore escalation di tensioni dopo che il dittatore venezuelano Maduro ha indetto per il 3 dicembre prossimo un referendum per annettere ufficialmente l’Esequibo al proprio territorio. Questo referendum prevede il rifiuto della sentenza del tribunale arbitrale del 1899 e la concessione della nazionalità venezuelana agli abitanti dell’Esequibo.  La Guyana è disponibile a sottoporre la controversia alla Corte internazionale di giustizia (Cig), ma nel frattempo sta considerando la possibilità di creare basi militari sul suo territorio. Anche perché se il Venezuela decidesse di intraprendere ora un’azione militare contro la Guyana, avrebbe un vantaggio schiacciante.

 

La Guyana ha infatti solo 3.400 uomini per la difesa, principalmente poliziotti, mentre Maduro può mobilitare in 24 ore 123.000 soldati, grazie alle forniture belliche di Russia, Cina ed Iran. Un’escalation militare potrebbe coinvolgere anche il Brasile, nonostante le affinità ideologiche tra Lula e Maduro. Un’invasione dell’Esequibo rappresenterebbe infatti un problema per Lula, oltre a essere un fallimento della sua diplomazia basata sul relativismo. Insomma la situazione nell’area è complessa e potrebbe avere conseguenze significative per la stabilità della regione La diplomazia e la cooperazione internazionale sono essenziali per risolvere anche questa disputa territoriale. L'ennesima.

 

 

 


 

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