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Russia, Medvedev: "Nuovo conflitto armato, probabilità quasi 100%"

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Secondo la Nato l'esito della guerra in Ucraina "determinerà il destino del mondo". La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen assicura che Bruxelles ha proposto "un finanziamento stabile e consistente per i prossimi quattro anni" al Paese invaso dai russi nel febbraio 2022, quasi due anni fa. Ma da Mosca arrivano nuove, inquietanti minacce. Non solo a Volodymyr Zelensky e agli ucraini, ma al mondo intero.

"L'esistenza dell'Ucraina è mortalmente pericolosa per gli stessi ucraini, poiché la probabilità di un nuovo conflitto armato è quasi del 100%", tuona su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. Secondo il braccio destro del presidente Vladimir Putin "al di là della leadership al potere a Kiev", "la presenza di uno Stato indipendente sui territori storici russi sarà ora una ragione permanente per la ripresa delle ostilità".

Secondo il falco del Cremlino, infatti, a prescindere da chi sia a capo della "crescita cancerosa chiamata Ucraina", questo paese, come entità indipendente, non potrà mai avere una sua "legittimità". Quella odierna è solo l'ultima di una nuova serie di interventi al calor bianco di Medvedev che appena l'altro ieri aveva affermato che le recenti dinamiche belliche, che hanno visto il bombardamento di alcune basi missilistiche in territorio russo da parte delle forze di Kiev, potrebbero addirittura giustificare il ricorso alle armi atomiche tattiche da parte di Mosca. 

Se i post del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo appaiono spesso "sopra le righe" resta comunque inquietante il sempre più frequente riferimento alle armi nucleari non solo da parte russa. Appena ieri infatti il ministro della Difesa bielorusso, Viktor Khrenin, ha reso noto che Minsk renderà operativa una nuova dottrina militare che per la prima volta prevede l'uso delle armi atomiche. La Bielorussia, uno dei principali alleati della Russia, disponeva di armi nucleari sia tattiche che a lungo raggio quando faceva parte dell'Unione Sovietica, ma le aveva trasferite alla Russia dopo il crollo dell'Urss. L'anno scorso Mosca ha però ricollocato un numero impreicsato di missili nucleari tattici in Bielorussia, per un eventuale uso sul campo di battaglia in quanto tali ordigni hanno una gittata corta e un potenziale relativamente basso.

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