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Putin sfida il giornalista Usa: "Pronti a firmare, la guerra sarebbe finita 15 mesi fa"

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Vladimir Putin concede un'intervista a Tucker Carlson, giornalista Usa, ex volto di Fox News e sostenitore di Donald Trump. A lui lo zar apre le porte del Cremlino, negando le accuse di aver dato inizio alla guerra in Ucraina. "Kiev - premette - ha iniziato la guerra nel 2014. Non l'ha iniziata la Russia nel 2022. Il nostro è un tentativo di fermare la guerra. Noi vogliamo trattare, l'Ucraina rifiuta di negoziare. A Istanbul eravamo pronti a firmare e la guerra sarebbe finita 15 mesi fa". Diffuso su X, il colloquio non è esente da attimi di tensione, con il presidente russo che arriva a chiedere: "È un talk show o una conversazione seria?".

Parlando del Paese guidato da Volodymyr Zelensky come di uno Stato "artificiale", Putin imputa l'attuale situazione al "collasso dell'Unione Sovietica provocato dalla leadership russa. Si riteneva che i legami con l'Ucraina fossero solidi per lingua, religione, legami familiari e rapporti economici. La Russia si aspettava di essere accolta a braccia aperte dalla comunità internazionale, Stati Uniti compresi". E il motivo lo spiega raccontando un aneddoto: "Qui al Cremlino in un meeting con il presidente Bill Clinton gli chiesi 'Bill, credi che se la Russia chiedesse di entrare nella Nato, succederebbe?'. Sul momento, ha risposto 'Sai, credo di sì'. Più tardi, quando ci siamo rivisti per cena, mi ha detto 'ho parlato con il mio team, ora non è possibile'. Chiedeteglielo.... Io ho chiesto se fosse possibile, la risposta è stata 'no'. Se lui avesse detto sì, sarebbe iniziato il processo di avvicinamento. Ma no significa no".

 

 

Insomma, per il capo del Cremlino tutto ha avuto inizio "nel 2014", quando "c'è stato un golpe, hanno portato una minaccia alla Crimea e hanno avviato una guerra in Donbass". E ora, tra i vari obiettivi, ecco che c'è la "denazificazione" dell'Ucraina. "Hitler - conclude - è morto da 80 anni, ma il suo esempio esiste ancora. L'attuale presidente dell'Ucraina ha applaudito un nazista nel parlamento canadese". 

 

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