Baltimora, il peggiore degli incubi: attacco hacker alla nave cargo, le autorità Usa smentiscono
Una sciagura le cui immagini ci resteranno impresse per sempre. Si parla del crollo del Francis Scott Key Bridge di Baltimora, il ponte "dell'inno americano", crollato nella notte come fosse un castello di carte dopo essere stato urtato da una nave cargo intorno all'1.30 del mattino. Come conseguenza del crollo, alcune auto sono precipitate nelle acque gelide del fiume. Dopo molte ore il bilancio resta incerto: un morto, sei dispersi per i quali si nutrono poche speranze.
Ancora non è del tutto chiaro cosa abbia provocato l'incidente: la pista prevalente è quella di un problema tecnico alla nave. Le autorità Usa escludono l'hackeraggio, il peggiore degli incubi per gli Stati Uniti dopo che, in passato, era stata denunciata la capacità degli hacker russi di penetrare nei software delle maggiori infrastrutture del Paese. Esclusa anche la collisione volontaria. In ogni caso, dalle precedenti ispezioni sul cargo - 27 negli ultimi nove anni - erano emersi problemi legati alla propulsione dei motori, oltre ad altri non meglio precisati "problemi strutturali".
Tragedia a Baltimora, la più inspiegabile delle beffe: chi era al comando della nave cargo
Il cargo "Dalì" è registrato a Singapore e, prima dello schianto, aveva appena lasciato il porto di Baltimora. La sua meta era Colombo, in Sri Lanka. Un video mostra una colonna di fumo nera uscire dalla nave poco prima dell'impatto col ponte. Un cargo del genere in avaria, si apprende, necessita di oltre un miglio marino per fermarsi e invertire la rotta: non c'era lo spazio necessario.