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Hacker cinesi, rubati milioni di dati a Usa e Uk: "Piano di spionaggio sostenuto da Pechino"

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Un gruppo di hacker legato al governo cinese ha messo in atto un piano di spionaggio e infiltrazione sostenuto dallo Stato, che ha preso di mira politici e funzionari statunitensi, giornalisti, aziende, attivisti pro-democrazia e l’intero organo di controllo elettorale del Regno Unito. Sono state le stesse autorità americane e inglesi a denunciarlo e ad attivare una serie di sanzioni penali.

L’intento di questo cyberattacco a tappeto, che secondo i funzionari è iniziata nel 2010, era quello di rubare i segreti commerciali delle aziende americane, spiare e seguire figure politiche di alto livello e perseguitare gli oppositori del governo di Pechino. I funzionari occidentali hanno rivelato l’operazione, condotta da un gruppo di hacker noto come APT31, lanciando un nuovo allarme elettorale su un Paese da tempo considerato dotato di avanzate capacità di spionaggio.

 

 

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato sette hacker, tutti ritenuti residenti in Cina. Il governo britannico, in un annuncio correlato, ha imposto sanzioni a due degli imputati in relazione a una violazione che potrebbe aver dato ai cinesi accesso a informazioni sull’intero corpo elettorale britannico: 40 milioni di cittadini iscritti nelle liste, i loro indirizzi, le loro email.

Gli hacker del Partito comunista avrebbero "messo sotto sorveglianza" anche parlamentari, partiti politici, giornalisti e organizzazioni critiche nei confronti del governo cinese. "Il Dipartimento di Giustizia non tollererà gli sforzi del governo cinese per intimidire gli americani che servono il pubblico, per mettere a tacere i dissidenti che sono protetti dalle leggi americane o per derubare le imprese americane", ha dichiarato il procuratore generale Merrick Garland in un comunicato, aggiungendo che "il caso serve a ricordare fino a che punto il governo cinese è disposto a spingersi per colpire e intimidire i suoi critici".

 

 

Ma la Cina nega qualsiasi coinvolgimento e invita gli Stati Uniti e il Regno Unito a "smettere di strumentalizzare politicamente le questioni legate alla sicurezza informatica e di diffamare e sanzionare Pechino in modo unilaterale", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, dopo che Londra e Washington hanno accusato il governo cinese di sostenere la pirateria informatica. "Gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno ancora una volta suscitando clamore attorno ai cosiddetti attacchi informatici provenienti dalla Cina e imponendo sanzioni ai suoi individui e alle sue entità. Si tratta di pura manipolazione politica, rispetto alla quale Pechino esprime forte insoddisfazione e contrarietà".

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