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Russia, Putin minaccia l'Europa sugli F-16: "Bombarderemo le basi aeree"

Mirko Molteni
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Nei battibecchi fra Russia e NATO spunta una minaccia a territori dell'alleanza, ma solo a certe condizioni. Incontrando piloti dell'aviazione russa nella regione di Tver, il presidente Vladimir Putin ha ieri dichiarato che Mosca è pronta a distruggere i caccia F-16, quando verranno usati dall'Ucraina, anche se dislocati su basi di Paesi occidentali: «Se gli F-16 verranno usati contro di noi da basi di paesi terzi, diverranno nostro obbiettivo legittimo, non importa dove essi possano essere». Il presidente russo ha ricordato che l’F-16 può sganciare armi nucleari. Significa che le difese russe alzerebbero l'allerta al massimo se ne avvistassero alcuni che penetrano nello spazio aereo nazionale: «Dobbiamo tener conto, nelle nostre pianificazioni, del fatto che gli F-16 possono portare atomiche».

SOSPETTI
L’F-16, che verrà rimpiazzato dall’F-35, è presente in Europa in centinaia di esemplari, fra quelli delle squadriglie americane di base ad Aviano, in Italia, e Spangdahlem, in Germania, e quelli di aviazioni alleate, come quelle greca o turca. Può portare la bomba nucleare B61, con potenza massima di 340 chilotoni (30 volte Hiroshima), bomba conservata anche in Italia, ad Aviano e a Ghedi. Putin allude alla possibilità che, qualora, fra vari mesi, l'aviazione ucraina impiegasse F-16 nel conflitto, essa li faccia decollare da paesi NATO, come Polonia o Lituania, nella convinzione che le loro basi siano invulnerabili grazie all'articolo 5 dell'alleanza, sulla mutua difesa in caso d'attacco a un membro. Stratagemma che i russi stessi usarono nella guerra di Corea del 1950-1953, quando Stalin inviò caccia Mig-15, ufficialmente inquadrati nell'aviazione cinese, ma pilotati in segreto da sovietici, che decollavano da piste in Manciuria, nella Cina del Nord, per intervenire nei cieli coreani contro gli americani. Poiché le basi erano di là dalla frontiera cino-coreana, l’aviazione USA non s'arrischiò mai a bombardare i “nidi” dei Mig-15.

 

 

Oggi i russi chiariscono che non osserverebbero simili scrupoli. Anche perché, rilevando F-16 in volo verso la Russia, sarebbero rosi dal dubbio di un loro eventuale carico nucleare. Dubbio pericolosissimo da gestire nei pochi minuti di volo di un aereo ostile. Se Putin pensa all'esempio della guerra coreana, forse, senza esplicitarlo, ha anche in mente che F-16 ufficialmente “ucraini” siano in realtà pilotati da aviatori occidentali. L’addestramento dei piloti ucraini e la consegna degli F-16 va a rilento. Finora solo una manciata di piloti è pronta e i primi 19 F-16 consegnati dalla Danimarca arriveranno come minimo in estate, poi quelli olandesi e norvegesi, fino a un totale di 60, troppo scaglionati per cambiare la guerra.

Lo “zar” ha rigettato le voci di un futuro attacco massiccio russo alla NATO, che non starebbe in piedi per la sproporzione di forze e la mancanza d'interesse a una distruzione reciproca: «Nel 2022, gli Stati Uniti hanno investito in spese militari 811 miliardi di dollari, e la Russia 72 miliardi. Combatteremo con la NATO a fronte di questo rapporto? Sciocchezze». Le difficoltà sul campo di Kiev restano e ieri il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha confermato in un'intervista alla CBS di temere «un’offensiva russa in maggio-giugno», chiedendo nuove armi, tantopiù che nei combattimenti oltre Avdiivka i russi hanno distrutto un ulteriore carro armato pesante americano M1 Abrams, già il quinto in un mese sui 31 forniti da Washington. Ma il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito il diniego dei missili germanici Taurus: «Devo assumermi la responsabilità su guerra, pace e sicurezza in Europa, e vale anche per i Taurus. Oltre al sostegno all’Ucraina, faremo del nostro meglio per evitare una guerra tra Russia e NATO. Non manderemo nostri soldati in Ucraina e inviando ogni lotto di armi analizziamo a fondo cosa significa nel contesto».

 

 

MEDIAZIONE
Chiede il dialogo un altro tedesco, l'ex-cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder, in carica dal 1998 al 2005, che dopo aver propiziato gli affari con Mosca per il gas ha trovato lavoro proprio nel gasdotto North Stream. Ovvio che punti sull'amicizia con Putin: «Lavoriamo insieme da anni. Forse questo può ancora aiutare a trovare una soluzione negoziata». Mosca ha intanto definito «provocatorio» il programmato ampliamento della base NATO di Costanza, in Romania, dove già stazionano aerei delle aviazioni alleate e paracadutisti americani della 101° Divisione. Con un investimento di 2,5 miliardi di euro sarà ingrandita fino a 2.800 ettari, con nuovi hangar e arsenali e alloggiamenti per 10.000 uomini, superando la base tedesca di Ramstein e divenendo entro il 2040 «la maggior base NATO d'Europa».

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